Di Don Gianni Croci

Anch’io mi rimbocco le maniche

Davanti ai poveri non si fa retorica,
ma ci si rimbocca le maniche
e si mette in pratica la fede
attraverso il coinvolgimento diretto,
che non può essere delegato a nessuno.
(Papa Francesco, messaggio per la VI giornata mondiale dei poveri

Torna anche quest’anno la celebrazione della Giornata Mondiale dei Poveri, domenica 13 novembre, come “una sana provocazione per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente”.
Sensibilizzare la comunità cristiana e le istituzioni è davvero necessario perché la povertà è una delle poche cose che crescono. La pandemia prima, la pazzia della guerra poi e infine la derivante crisi energetica hanno contribuito a peggiorare la situazione e non solo a livello economico.
I dati del 21° rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”, pubblicati da Caritas italiana lo scorso mese di ottobre, sono allarmanti. Nel 2021 i poveri assoluti nel nostro Paese sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini. Purtroppo nelle settimane e nei mesi che verranno questi numeri potrebbero crescere, visti gli aumenti delle spese alimentari e delle bollette di luce e gas.
A monte ci sono altre povertà che toccano soprattutto le nuove generazioni, in particolare quella “ereditaria” e quella “educativa”. Da soli non si viene fuori da determinate situazioni incancrenite nel tempo per cui si potrebbe pensare a degli affiancamenti familiari per le persone che fanno fatica a gestirsi. Sicuramente occorre investire di più sull’educazione, quella di don Milani, per intenderci, cioè quella che porta a dare la parola, che non genera esclusi, che investe sulla persona e che passa per il diritto allo studio e al lavoro
Certamente è importante promuovere una cultura della solidarietà. Nel messaggio per la giornata mondiale dei poveri così la definisce papa Francesco: “La solidarietà, in effetti, è proprio questo: condividere il poco che abbiamo con quanti non hanno nulla, perché nessuno soffra – e aggiunge – Più cresce il senso della comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà.
Innanzitutto si tratta mettere da parte la “logica della delega” per impegnarsi in prima persona, cominciando a condividere i talenti ricevuti in dono. Nel momento in cui si aiuta, sempre si è aiutati. Scrive il papa: “Incontrare i poveri permette di mettere fine a tante ansie e paure inconsistenti, per approdare a ciò che veramente conta nella vita e che nessuno può rubarci: l’amore vero e gratuito. I poveri, in realtà, prima di essere oggetto della nostra elemosina, sono soggetti che aiutano a liberarci dai lacci dell’inquietudine e della superficialità”
Compito della Caritas è anche quello di sollecitare l’impegno della comunità cristiana perché tutti abbiamo il necessario per vivere: “Nessuno dovrebbe dire che si mantiene lontano dai poveri perché le sue scelte di vita comportano di prestare più attenzione ad altre incombenze. Questa è una scusa frequente negli ambienti accademici, imprenditoriali o professionali, e persino ecclesiali. […] Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 201”). E’ una questione di umanità, che riguarda anche le istituzioni, chiamate a “ trovare nuove strade che possano andare oltre l’impostazione di quelle politiche sociali «concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri e tanto meno inserita in un progetto che unisca i popoli” (Enc. Fratelli tutti, 169).
Il tema di quesra VI giornata mondiale, “Gesù Cristo si è fatto povero per voi” (cfr 2 Cor 8,9), fa riferimento all’esperienza dell’apostolo Paolo che, dopo la visita alla comunità di Gerusalemme, viste le difficoltà per la carestia, organizza tra i cristiani di Corinto una grande colletta a favore di quella Chiesa. Comincia così quell’esperienza, ininterrotta nel tempo, della raccolta di offerte durante la celebrazione Eucaristica per provvedere a chi manca del necessario.
Ma, come succede a volte anche oggi, dopo l’entusiasmo iniziale, i cristiani di Corinto si raffreddarono, ed allora l’apostolo rilancia l’iniziativa ricordando che proprio la povertà di Cristo ci ha reso ricchi: “Se vogliamo che la vita vinca sulla morte e la dignità sia riscattata dall’ingiustizia, la strada è la sua: è seguire la povertà di Gesù Cristo, condividendo la vita per amore, spezzando il pane della propria esistenza con i fratelli e le sorelle, a partire dagli ultimi, da quanti mancano del necessario, perché sia fatta uguaglianza, i poveri siano liberati dalla miseria e i ricchi dalla vanità, entrambe senza speranza”. C’è infatti una povertà che uccide ed una povertà che rende ricchi quando viene scelta responsabilmente per “alleggerire la zavorra e puntare sull’essenziale”.
Dopo aver ascoltato, negli incontri vicariali le Caritas parrocchiali, per celebrare la giornata mondiale dei poveri proponiamo alcune iniziative, oltre quelle che ogni comunità parrocchiale potrà pensare:
– Mostra sul messaggio del papa in alcuni punti della città (i pannelli poi verranno messi a disposizione delle comunità che li richiedono)
– Animazione della liturgia di domenica 13 novembre 2022 da parte delle caritas parrocchiali
– Veglia di preghiera
– Opuscolo per sensibilizzare i giovani
– Video per i gruppi
La Caritas diocesana è sempre aperta per accogliere giovani e gruppi per una giornata di riflessione e servizio. “Non disprezziamo i poveri, i piccoli, gli operai; non solo essi sono i nostri fratelli in Dio, ma sono anche quelli che nel modo più perfetto imitano Gesù nella sua vita esteriore. […]. Non cessiamo mai di essere in tutto poveri, fratelli dei poveri, compagni dei poveri, siamo i più poveri dei poveri come Gesù, e come lui amiamo i poveri e circondiamoci di loro» (Fratel Charles de Foucauld, Commenti al Vangelo di Luca, Meditazione 263).

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