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Colonnella: La Storia della Cantina Biagi

Avvinamenti Gastronomici

L’Azienda Agricola Biagi di Colonnella inizia la sua attività nel 2006. La storia della famiglia Bigi si intreccia con quella della terra, dei vigneti e dei vini. Passione, sacrificio e amore per il proprio lavoro, questi gli ingredienti con cui il capostipite nonno Giovanni Biagi, negli anni 40, iniziò a produrre vini di qualità, trasmettendo il suo entusiasmo al figlio Mariano. Le generazioni si susseguono ed ora, la Cantina Biagi, è nelle mani dei nipoti, Fabrizio e Luca, che grazie agli antichi insegnamenti proseguono con innovazione e dinamismo. La natura, con le sue vigne e i vini che regala, sono le fondamenta dell’Azienda Biagi. Per raggiungere l’obiettivo della qualità, l’Azienda ha puntato alla valorizzazione dei vitigni autoctoni come il Trebbiano, la Passerina, il Pecorino e la Malvasia oltre che al Montepulciano, ovviamente. Un marchio storico, dunque, che produce vini dal 1940 ma che è riuscito a rinnovarsi conservando l’autenticità del territorio abruzzese. Oggi la Biagi è una cantina in continuo fermento, più che mai proiettata verso un futuro importante e innovativo. L’attenzione è proiettata verso i nuovi mercati, in particolare l’Oriente e il Giappone, dove i prodotti abruzzesi riscuotono un bel successo. Il territorio rappresenta la nascita del vino teramano, apprezzato fin dall’antichità, dove si respira aria salina del Mar Adriatico e le correnti montane del Gran Sasso, tra vigneti, frutteti e uliveti che accarezzano le colline, nascono i vini. Il sottosuolo calcareo ¬argilloso è l’ideale per la vite e la presenza di numerosi corsi d’acqua ne favorisce la crescita ed un elevato standard qualitativo. La voglia di innovazione e di affinare sempre più i loro prodotti, hanno portato la cantina Biagi a credere nel progetto “Vini d’Altura” un progetto nato per rappresentare i vini di eccellenza ad alta quota, a 2115 metri, e dedicato al racconto del processo di affinamento dei vini diventando la storia del colloquio ininterrotto che da secoli intercorre tra uomini e un luogo estremo come il Gran Sasso. Il primo a credere nel progetto di affinamento in altura è stato Luca Biagi, che nel 2016 portò le prime 12 bottiglie. Era un Trebbiano spumantizzato metodo Martinotti. Dopo un inverno, la bollicina era diventata più sottile, il trebbiano aveva inglobato i sentori di montagna ed era straordinario quello che veniva fuori. Negli anni continuano i tentativi con altre tipologie di vini. Oggi, la cantina Biagi sul Gran Sasso ne affina 2000. Oggi l’azienda è presente nella ristorazione che conta trasmettendo passione, terroir ed il legame con il territorio. La distinzione dei vigneti la ritroviamo nei vini, Pecorino, Passerina, Trebbiano d’Abruzzo, Malvasia e Montepulciano d’Abruzzo. Non per ultimo la bollicina locale, Martina Biagi, che ha conquistato i palati più raffinati. A conferma di quanto detto, nel 2019 il Martina Biagi 2014 Spumante Brut Metodo Classico vince una Medaglia d’Oro alla XVIII edizione del Concorso Enologico Internazionale Città del Vino ed una Medaglia d’Oro Grand Prix Forum Spumanti Metodo Classico al Premio speciale FORUM SPUMANTI Comune di Valdobbiadene.

Stefano Nico: