DIOCESI – Prosegue il nostro viaggio alla conoscenza dei gruppi, movimenti e associazioni che fanno parte della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto Marche. Questa settimana abbiamo intervistato Marco Sermarini presidente della Compagnia dei Tipi loschi del Beato Pier Giorgio Frassati.

Quando nasce la Compagnia?
Mi approprio di questo piccolo spazio per raccontarvi la mia storia, che nel tempo è diventata la storia di molti. Con questo non voglio attribuirmi alcun merito, ma capirete leggendo queste righe che c’è lo zampino di Qualcuno di più grande.  Quanto è iniziato tutto ero un giovane ragazzo di 19 anni. A quell’età non avevo un progetto chiaro e definito, ma nel mio cuore risuonavano insistentemente delle domande: “Perché i giovani abbandonano la Chiesa?”  “Perché molti vivono come se Gesù Cristo non esistesse?”. Il mio, dunque, voleva essere un semplice tentativo di far conoscere anche agli altri quello che era stato donato per Grazia a me, cioè Gesù Cristo presente, vero Dio e vero Uomo. Era come se arrivati ad un certo punto i ragazzi non avessero più tempo per pensare a queste cose “di Chiesa”, perché improvvisamente era il momento di occuparsi di faccende più serie, come il lavoro, o di divertirsi oltrepassando ogni limite. Ero rattristato dal fatto che chi poteva fare qualcosa per risolvere la situazione, accettava questa diaspora come se non si potesse fare diversamente.

In quel periodo lei frequentava gli Scout.
Esattamente, in quell’occasione mi vennero affidati dei ragazzi poco più piccoli di me. La mia proposta era molto semplice, la stessa che la Chiesa fa da secoli ormai: vivere il cristianesimo come un fatto pertinente alla vita, seguendo l’esempio dei Santi, conferma vivente della meravigliosa avventura che attende chiunque segue con amore Gesù Cristo. Era abitudine leggere ai ragazzi la vita dei Santi con la speranza che, come aveva ispirato me, ispirasse anche loro.  Mi colpì in particolare la figura di Pier Giorgio Frassati, un giovane torinese che aveva fatto della sua quotidianità la strada per il Paradiso. Il primo “incontro” con lui fu a Casa Santa Gemma, dove avevo la fortuna di andare a fare volontariato un pomeriggio a settimana, prendendomi cura di alcuni piccoli ospiti della casa. Mentre aiutavo uno dei bambini nei compiti, mi accorsi che c’era un quadro appeso alla parete. Mi avvicinai incuriosito dalla foto di questo ragazzo, lessi il suo nome e pensai dentro di me: “I bravi ragazzi non si appendono sui muri!”. Fui preso dalla curiosità e iniziai a cercare informazioni su questo giovane finché, tempo dopo, trovai “casualmente” in una bancarella un libro proprio su di lui a firma di don Primo Soldi. Lo lessi e rimasi letteralmente affascinato dal racconto della vita di quest’uomo. Decisi così di proporlo immediatamente anche ai miei ragazzi e molti aderirono alla mia proposta di vivere come lui. D’altronde come potevamo rimanere indifferenti? Come potevamo non vivere così? Pier Giorgio fu l’incontro persuasivo e convincente della nostra vita.

Terminato il percorso Scout cosa è successo?
Tempo dopo, gli eventi corsero più della nostra volontà e delle nostre aspettative. La mia futura moglie e io ci trovammo non più Scout, ma con quaranta giovani che volevano vivere insieme, condividendo la grazia di essere buoni amici in Gesù Cristo.  Decidemmo così di darci il nome con cui Pier Giorgio chiamava il gruppo dei suoi più cari amici: “Compagnia dei Tipi Loschi”. Il primo incontro effettivo si svolse in un pomeriggio dell’ottobre 1993, quando invitammo tutti i ragazzi a passare del tempo insieme. Ricordo che ci sfidammo al gioco del fazzoletto finché ci furono luce e fiato. Da quel 17 ottobre tanti altri giovani si aggiunsero a quel gruppo di amici. La conferma ufficiale, il segno definitivo circa la nostra esperienza, ci arrivò poco dopo dal Vescovo diocesano di allora, Mons. Giuseppe Chiaretti. Durante un convegno, esattamente il primo novembre del 1993, ci chiamò per la prima volta con quel nome bizzarro che avevamo scelto come nostro, dimostrando la sua fiducia ed esortandoci a proseguire. Il suo fu anche un aiuto concreto, infatti, ci permise di restare a Casa San Francesco, che divenne il punto di ritrovo fisso per i nostri appuntamenti e diede il mandato ad un prete nostro amico, don Gianni Anelli, di sostenerci con la S. Messa ed i Sacramenti. Da allora il primo novembre, Solennità di Tutti i Santi, è per i Tipi Loschi anche la festa della fondazione della Compagnia, che festeggiamo recandoci a Loreto per ringraziare Dio, la Madonna e tutti i Santi del dono che abbiamo ricevuto.

Oggi la Compagnia è una realtà molto importante nel territorio.
A quasi 30 anni dalla fondazione, la Compagnia è una realtà cresciuta fuori da ogni nostra realistica prospettiva e conta circa duecento persone tra ragazzi, adulti e famiglie; è divenuta una presenza fra i giovani, nelle scuole, nei luoghi di lavoro. Da questa sono nate anche un’Associazione di volontariato, la “San Giovanni Paolo II odv”, e due Cooperative, la “Capitani Coraggiosi scs” e la “Hobbit scs”. Nel 2008 è nata una delle opere educative più importanti, la Scuola Libera “G.K. Chesterton”, con lo scopo di diffondere la Verità tra i più giovani e, ancora, un coro musicale e una Compagnia Teatrale che prende il nome da un modo di dire di Piergiorgio, “Pochi ma buoni come i maccheroni”. Infine, un’altra frase del nostro beato ha ispirato il titolo del mensile che la Compagnia pubblica da oltre 27 anni: “Vivere…e non vivacchiare!”, una voce tra le tante che ha il desiderio di diffondere quella speranza e quella libertà che solo Gesù Cristo ci può dare.

Parliamo della nascita del Centro Educativo “La Contea”.
Nel 2012, grazie all’aiuto di tanti amici e della Provvidenza, abbiamo acquistato un terreno incolto nella zona alta di Santa Lucia a San Benedetto del Tronto, con l’idea di far crescere questo posto e farlo diventare un punto di ritrovo per giovani e famiglie. È nato così il Centro Educativo “La Contea” che dal 2018 è la nostra nuova casa.  Con Pier Giorgio nel cuore, vogliamo vivere un’amicizia fondata radicalmente in Gesù Cristo, attraverso la quale dare un giudizio alle vicende che ci accadono e aiutarci nelle circostanze quotidiane. L’intento è quello di non avere rapporti che rimangano chiusi in se stessi, ma che generino opere e si allarghino a tutte le persone che incontriamo. L’incontro con Pier Giorgio ci ha dato la conferma che la santità non è un limite per un uomo, né un “mestiere” di pochi, ma una completezza e un coronamento della nostra personalità, ma soprattutto la vocazione a cui tutti siamo chiamati.

Quali sono i progetti e le proposte per i prossimi mesi?
Il progetto che sicuramente ci sta più a cuore riguarda l’iniziativa “Building Home” che prevede la costruzione di una nuova casa presso il Centro Educativo “La Contea”, poiché desideriamo ampliare gli spazi per l’accoglienza di quanti ci vogliono bene. Un progetto sicuramente lungo e dispendioso, ma confidiamo nella Provvidenza e nei tanti benefattori che ci daranno un concreto sostegno. In ultimo, vi invito a partecipare alla Festa del beato Pier Giorgio Frassati, che si terrà fino al 4 luglio, presso il Centro Educativo “La Contea”, dal titolo “La strada che è veramente piena di fantastiche avventure e favole viventi è sempre la strada verso casa”.  Siamo ormai alla XXIX edizione e, sin dalla fondazione, questa festa è una delle iniziative più importanti della Compagnia per onorare la memoria del beato Pier Giorgio Frassati nel giorno della sua nascita al Cielo. I festeggiamenti, ogni anno più coinvolgenti, sono diventati testimonianza del fascino dell’Avvenimento cristiano.

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2 commenti

  • Maria Felicia Aiello
    16/08/2022 alle 06:15

    Un'esperienza emozionante, che apre una finestra sulla speranza... e quando lo Spirito benedice quello che si contempla è meraviglioso

  • Ester
    20/08/2022 alle 12:40

    Persone eccezionali al servizio dei più bisognosi.......un esempio di solidarietà umana e cristiana.....

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