“Tagliare le risorse per la sanità è un oltraggio all’umanità”.
Lo ha detto il Papa ricevendo in udienza in Vaticano i dirigenti della Confederazione Federsanità. “Anche in campo sanitario – ha osservato il Pontefice – è frequente la tentazione di far prevalere vantaggi economici o politici di qualche gruppo a discapito della maggior parte della popolazione. E questo vale anche sul piano dei rapporti internazionali. Il diritto fondamentale alla tutela della salute – ha sottolineato Francesco citando la Nuova Carta degli operatori sanitari – ‘attiene al valore della giustizia, secondo il quale non ci sono distinzioni di popoli e nazioni, tenuto conto delle oggettive situazioni di vita e di sviluppo dei medesimi, nel perseguimento del bene comune, che è contemporaneamente bene di tutti e di ciascuno» (n. 141). La pandemia ci ha insegnato che il ‘si salvi chi può’ si traduce rapidamente nel ‘tutti contro tutti, allargando la forbice delle disuguaglianze e aumentando la conflittualità. Occorre invece lavorare perché tutti abbiano accesso alle cure, perché il sistema sanitario sia sostenuto e promosso, e perché continui ad essere gratuito”, ha concluso facendo riferimento al bene comune, terzo “antidoto” indicato contro il perseguimento degli interessi di parte.
Il secondo è invece l’integralità, che si oppone alla frammentazione e alla parzialità. “Se tutto è connesso, dobbiamo anche ripensare il concetto di salute in un’ottica integrale, che abbracci tutte le dimensioni della persona”, il monito di Francesco. “Una visione olistica della cura contribuisce a contrastare la ‘cultura dello scarto’ che esclude quanti, per diversi motivi, non rispondono a certi canoni”. Per il Pontefice, “le patologie possono segnare il corpo, confondere i pensieri, togliere le forze, ma non potranno mai annullare il valore della vita umana, che va tutelata sempre, dal concepimento alla fine naturale. Auspico che la ricerca e le varie professioni sanitarie abbiano sempre questo orizzonte”.
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