ACQUAVIVA PICENA – Mercoledì 2 marzo la comunità di Acquaviva Picena ha celebrato il Mercoledì delle Ceneri, il parroco don Giuseppe Giudici nell’omelia ha detto: “Iniziamo la Quaresima ed entriamo in un tempo speciale per offrire allo Spirito Santo l’occasione di convertire al Vangelo i passi della nostra vita.
Ecco, la prima cosa che c’è da dire è che all’inizio di questo periodo di grazia che la Chiesa ci offre, che il Signore ci offre, non c’è una nostra iniziativa, ma l’indistruttibile, l’invincibile voglia di Dio di andare ancora una volta incontro all’uomo. Il tempo di quaranta giorni che oggi iniziamo è un tempo per ritornare a Dio e quindi anche a noi stessi.

Per ritornare veramente a Dio non dobbiamo pensare di fare un intenso sforzo per migliorare i nostri difetti, questa non è la Quaresima, questo è un nostro sforzo, il perfezionamento, l’autoperfezionamento, lo sforzo per essere migliori ci porta a cercare la ricompensa negli uomini, come ci è stato detto nel Vangelo. Così rischiamo di fare peggio, invece di migliorarci. Rischiamo di pensare che con il nostro sforzo, qualora migliorassimo qualcosa, possiamo conquistare Dio, possiamo conquistare la salvezza, invece Dio viene nel nostro cuore, nel segreto del nostro cuore. Nel segreto del nostro cuore possiamo incontrare il volto misericordioso di Dio, per vedere questo è bene che noi per tutta la Quaresima ci ripetiamo: “Perdonaci Signore, abbiamo peccato”.

Siamo peccatori, ma siamo peccatori perdonati, perché la Sua Misericordia è più grande del nostro peccato. Il Rito delle Ceneri non indica solo la penitenza, ma ci fa vedere come Dio è in grado di bruciare ogni nostro peccato e di renderlo una polvere che basta un soffio per farla volare via. Questo è quello che Dio può fare con il nostro peccato nella misura con la quale glielo consegniamo. La Quaresima è una questione di cuore, se altri atti esteriori non corrisponde un cambiamento radicale della nostra vita, allora rimarranno Riti, cerimonie, atti esteriori che non ci aiutano ad arrivare alla Pasqua.

Non dobbiamo quindi avere paura, in questo tempo di Quaresima, di intraprendere il combattimento spirituale. Chiediamo a Dio la grazia di entrare in profondità, di discernere quello che viene da Dio e accoglierlo e di cacciare via quello che non viene da Dio e che quindi non ci permettono di vivere con gioia la Pasqua. Parole come: discernimento, purificazione, ascesi, memoria di Dio e sobrietà, non vanno di moda, forse spesso anche sconosciute, ma sono la strada per una autentica vita spirituale, per vivere la Pasqua, non da servi devoti, ma da figli amati e da fratelli che si amano”.

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