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FOTO Vescovo Bresciani: “La vita va difesa e custodita anche di fronte ai fallimenti. Dio insegna come fare”

DIOCESI – “Custodire ogni Vita” è il titolo della 44ma Giornata Nazionale per la Vita che si è celebrata in tutta Italia domenica 6 febbraio. Per riflettere e testimoniare che la vita è dono di Dio, nella Diocesi di San Benedetto del Tronto si è svolta, nella Cattedrale Madonna della Marina, una solenne celebrazione presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani, allo scopo di sensibilizzare alla difesa della vita, soprattutto quando è in difficoltà.

Le parole del Vescovo Bresciani durante l’omelia: «Oggi celebriamo una Giornata di preghiera per la Vita perché riconosciamo che abbiamo bisogno dell’aiuto del Signore per prendercene cura. Un tema che ogni volta si presenta con una rinnovata attualità. Nella prima Lettura troviamo la vocazione del profeta Isaia e dunque la sua purificazione quando riconosce la sua povertà e insicurezza.

E’ importante partire dalla cura della nostra vita, ma cosa significa questo? Certo bisogna considerare l’aspetto sanitario e igienico, ma non basta perché la cura parte soprattutto dai valori con i quali nutriamo la nostra vita. Questi valori possono distruggere o costruire una cultura. Ciò che fa evolvere una cultura sono i valori che ispirano il cammino di un popolo, e anch’essa ha bisogno di essere purificata. E’ importante riscoprire il senso della vita. Bisogna esaltare il diritto a custodire la vita e non a uccidere.

Nelle pagine del Vangelo secondo Matteo viene descritta la figura di Pietro che sapeva fare il suo mestiere: era un pescatore e viveva del suo lavoro. Però si rende conto che tutta la sua esperienza non era sufficiente. Lavorando con impegno, una notte intera, si trova con le reti vuote e constata il suo fallimento. Ha bisogno di altro. Ed ecco che Gesù gli dice che non basta l’esperienza umana: ‘hai bisogno di fidarti di me, della mia parola’. Pietro sa fidarsi di Gesù e dunque non si ripiega nel suo fallimento. Si rende conto che seguendo la parola di Gesù le cose possono cambiare: questo vuol dire che la nostra cultura si riempie di libertà, ma è importante saper distinguere il bene dal male. Gesù si prende cura dei fallimenti di Pietro. La vera sapienza è voler essere liberi per il bene. La parola di Dio ci illumina su quei valori capaci di guidare alla libertà e costruire una cultura che si prenda cura della vita. Non una cultura che difende la violenza. Citando Dante: ‘L’amor che move il sole e l’altre stelle’.

La vita vale la pena di difenderla e curarla anche di fronte ai fallimenti. La cura della vita ha bisogno del progresso scientifico, e siamo grati a coloro che hanno sacrificato il tempo e le energie durante la pandemia. Ma non basta il progresso scientifico o tecnologico, bisogna comprendere quanto è grande ogni vita umana: la strada che Dio indica è esattamente questa. Non dimentichiamo mai che non siamo soli, Dio ha mandato suo Figlio in questo mondo per insegnare ad amare, in ogni situazione e condizione. Del resto cosa speriamo nei momenti di debolezza, quando siamo più fragili, se non qualcuno che si prenda cura di noi».

La proposta e la successiva istituzione di una Giornata annuale da dedicare alla difesa della vita nacque dal consiglio permanente della Cei nel 1978 con la finalità di promuovere l’accoglienza della vita, in particolare della vita nascente. La celebrazione avviene ogni anno, la prima domenica di febbraio.

Luigina Pezzoli: