Daniele Rocchi

Un consultorio familiare per rispondere in modo efficace ai bisogni delle famiglie in difficoltà: è il progetto messo in campo dall’esarcato armeno cattolico di Atene, in sinergia con Caritas Hellas, l’arcidiocesi della capitale e la Cei, attraverso Caritas Italiana e l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia. Avviato tre anni fa, il progetto, che porta significativamente il nome di “Carità è famiglia”, ha trovato i suoi spazi all’interno dell’esarcato armeno cattolico di Atene, nel quartiere di Neos Kosmos, ad Atene. Dopo lo stop provocato dalla pandemia da Covid-19, oggi riparte e rilancia i suoi obiettivi non più limitati ad un servizio di consulenza ma puntando anche ad un maggiore scambio pastorale sui temi della famiglia tra Chiesa italiana e Chiesa greca.

Delegazione Cei ad Atene

Il viaggio, nei giorni scorsi (3-7 ottobre), di una delegazione italiana in Grecia ha avuto proprio questa finalità. La delegazione era guidata da fr. Marco Vianelli, responsabile dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia, da Danilo Feliciangeli, in rappresentanza di Caritas Italiana, membri di alcune diocesi italiane interessate ad avviare gemellaggi con famiglie greche e volontari dell’associazione italiana Neos Kosmos Aps, attiva ad Atene per lo sviluppo di un centro giovanile. Attualmente il Consultorio segue, in maniera continuativa, circa 30 famiglie. Alcune hanno terminato il loro percorso e altre lo hanno cominciato. Al Consultorio presta la propria opera una piccola task force composta da una psicologa, una ginecologa e una consulente familiare, coadiuvate da diversi volontari e sostenute dall’Università cattolica di Brescia e dalla Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana.

Rifugiati siriani a Neos Kosmos (Atene) foto Rocchi/Sir

“Il Covid ha aggravato molti bisogni delle famiglie sia greche che rifugiate. La crisi finanziaria greca e il programma di salvataggio voluto dalla Troika (Bce, Ue e Fmi) ha prodotto come conseguenza duri pacchetti di tagli alla spesa sociale, dalla sanità alle pensioni, dal lavoro all’istruzione, che hanno penalizzato in modo particolare le famiglie – spiega Feliciangeli –. Il debito pubblico è altissimo, gli stipendi sono molto bassi. Tutto ciò impedisce alle famiglie una vita dignitosa e provoca ulteriore indebitamento con acquisti a rate cui poi fare fronte. Nel frattempo il fenomeno migratorio non è più una emergenza ma una costante e deve essere gestito all’interno della società greca in termini di integrazione e inclusione sociale. Dare nuova linfa al progetto diventa una priorità”.

“‘Carità è famiglia’ è un progetto di prossimità che vuole fare proprio l’appello di Papa Benedetto XVI lanciato al VII Incontro mondiale delle famiglie del 2012 a Milano, quando disse che ‘è tempo che una famiglia dell’Italia, della Germania, della Francia prenda la responsabilità di aiutare un’altra famiglia’ – dichiara al Sir fr. Vianelli -. La Grecia è una realtà multiculturale e può aiutarci a individuare nuove piste lavoro su come vivere in un contesto multietnico. Per questo vogliamo mettere a disposizione del progetto la nostra esperienza nel campo”. Per il responsabile dell’Ufficio famiglia della Cei,

“si tratta di un progetto apripista utile non solo a favorire lo sviluppo della pastorale familiare in Grecia ma anche a rafforzare la nostra dotandola di uno sguardo nuovo. Non solo aiuto concreto alle famiglie per fronteggiare bisogni materiali ma anche un sostegno di natura pastorale per accompagnare la famiglia, la coppia, in ogni dimensione della vita umana, affettiva e di fede”.

La ripartenza di questo progetto avrà come primo focus la riqualificazione delle relazioni all’interno della comunità armeno cattolica, attraverso la creazione di un gruppo di “famiglie-per-le famiglie”. A padre Joseph Bazouzou, nativo di Aleppo in Siria e amministratore apostolico degli armeni cattolici in Grecia, il compito di accompagnare spiritualmente queste famiglie. “Il Consultorio – conclude fr. Vianelli – intende creare occasioni di aggregazione e di formulazione di bisogni sia spirituali che psicologici. Da parte nostra cercheremo come Ufficio famiglia di promuovere dei gemellaggi tra le diocesi italiane e la realtà ecclesiale greca. L’apporto della Cei al progetto si colloca nell’orizzonte del rafforzamento della comunità ecclesiale che è fatta anche di famiglie che hanno bisogno di sostegno pastorale. La cura dell’ascolto aiuterà anche in questo”.

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