Rinnovamento spirituale e riforme, formazione del clero, la scelta dei vescovi e la condizione di cristiani nel Paese: sono stati questi i punti toccati dal patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, nella sua ‘prolusione’ al Sinodo dei vescovi caldei in corso (dal 9 agosto) a Baghdad.

Appuntamento giunto dopo la pausa del 2020, imposta dal Covid-19. Dopo aver ricordato la visita di Papa Francesco a marzo scorso, “momento importante nella storia moderna dell’Iraq”, Mar Sako ha ribadito la “necessità per i vescovi di camminare insieme in piena comunione, mostrando vicinanza alle persone, accoglierle, ascoltarle e servirle quotidianamente con l’amore e l’umiltà di Gesù Cristo. Siamo pastori, padri e fratelli, quindi dobbiamo rispondere alle loro domande e ai loro bisogni con onestà, chiarezza e rispetto”. Tra le priorità individuate dal cardinale quelle del rinnovamento spirituale e della formazione del clero che deve essere “completa e solida” così da permettere di “svolgere adeguatamente la missione pastorale” evitando “incomprensioni” tra preti e vescovi.

Dal patriarca caldeo sono giunte anche esortazioni al rinnovamento della liturgia e del catechismo: “I rituali dovrebbero essere rinnovati ed evoluti con il cambiamento del tempo e del luogo. I fedeli devono essere educati e resi consapevoli dell’importanza dei rituali, dei loro significati e simboli. Dobbiamo pensare alla gioventù caldea e a coloro che sono nati nei paesi occidentali che conoscendo pochissimo questi rituali e non hanno la tendenza a pregarli perché non si adattano al loro linguaggio e cultura. La traduzione non è sufficiente, per quanto accurata possa essere. I rituali dovrebbero essere rinnovati in base al cambiamento del tempo e del luogo”. Circa la situazione dei cristiani nel Paese, il card. Sako invita la Chiesa a “lavorare, con coraggio apostolico, per illuminare le coscienze sui temi della pace, della giustizia sociale, della cittadinanza e dell’immigrazione causata dall’incertezza del futuro e dai cambiamenti climatici”. “La missione delle Chiese – ha concluso – è anche quella di seminare semi di fraternità, amore, pace, sicurezza, solidarietà, cooperazione e giustizia. È importante rafforzare la presenza della nostra Chiesa caldea in Iraq”.

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