Giancarlo La Vella – Vatican News

Gianmarco Tamberi e Marcell Jakobs, due nomi che rimarranno iscritti per sempre negli annali sportivi, come Jessie Owens, Dorando Petri, Usain Bolt e tanti altri. Eroi senza armi, ma di lealtà e di impegno di fronte alle difficoltà che la vita, anche per un atleta comporta. Il saltatore in alto, dopo il serio infortunio che lo escluse dai Giochi olimpici di Rio de Janeiro, dopo cinque anni dedicati alla riabilitazione e alla ripresa atletica, è arrivato al massimo alloro, sia pure ex aequo con il qatariota Barshim, anch’egli reduce da vari incidenti che ne avrebbero potuto fermare la carriera. Ambedue, superata l’asticella posta a 2 metri e 37 centimetri, si trovavamo in perfetta parità e avrebbero potuto continuare la gara sino alla definizione del primo e secondo classificato, ma, in nome della loro amicizia, hanno scelto di condividere l’oro olimpico. Poco dopo il salto in alto, i 100 metri piani, la gara olimpica per eccellenza, hanno visto il volo verso la vittoria in 9 secondi e 80 centesimi di Marcell Jakobs, nato in Texas da padre americano e madre italiana. Una vita familiare difficile la sua. Subito dopo la vittoria l’iconico abbraccio con Tamberi, suo capitano e compagno di nazionale.

Citius, Altius, Fortius… insieme

Le medaglie della Olimpiade spesso sono simbolo non solo di eccellenze fisiche e tecniche, ma rappresentano anche storie di umanità. Così come la storica vittoria di Jasmine Camacho-Quinn, del Portorico, nei 100 ostacoli femminile e di Yulimar Rojas del Venezuela nel triplo femminile con il record del mondo; un esempio di come un Paese in grave crisi economica, sociale e politica riesca a trovare nello sport gli stimoli per guardare positivamente avanti. Insomma, le Olimpiadi non smentiscono il loro motto: ‘Citius, Altius, Fortius’, ovvero più veloce, più in alto, più forte, ma soprattutto “insieme”, come recentemente il Cio ha deciso, modificando il celebre brocardo di cui Pierre De Coubertin è il padre.

Livio Berruti: due grandi esempi per i giovani

“Le medaglie d’oro conquistate da Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs rappresentano unn stimolo bellissmo a fare bene per i giovani”. Lo afferma ai microfoni di Radio Vaticana-Vatican News Livio Berruti, campione olimpionico ai Giochi di Roma 1960, madaglia d’oro e record del mondo nei 200 metri piani. Tra uomini veloci ci si intende  e a Berruti non mancano parole di elogio per Jacobs, ma anche per Tamberi.

“Quella di ieri è stata una giornata fantastica e soprattutto mi è piaciuto – sottolinea Berruti – come i due ragazzi abbiano metabolizzato la vittoria, in maniera bella, simpatica, gioiosa, dando un esempio di quanto lo sport possa essere veramente utile per i giovani che vogliano avviarsi alla attività agonistica”. Per Livio Berruti tutto questo può avvenire solo alle Olimpiadi, dove ci si sente parte di un unico gruppo al di là della bandiera che si difende.

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