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Il green pass visto dai ristoratori della Riviera. La parola a Giudici, Camaioni, Macchaferro e Ciabattoni: Bene se non comporta ulteriori incombenze

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ancora pochi giorni e anche per sedersi ai tavoli di bar e ristoranti al chiuso sarà obbligatorio avere il green pass. Una decisione presa dal governo per limitare il diffondersi della variante Delta e condivisa da diversi ristoratori, come Erminio Giudici dell’Antico Caffè Soriano a San Benedetto che afferma: «Sono assolutamente favorevole all’obbligo del certificato verde. E anche da un punto di vista organizzativo non vedo grandi difficoltà: la gestione può essere tranquillamente effettuata grazie ad uno scanner allestito all’ingresso del locale, questo consente la lettura del qr code presente sul certificato. L’obbligo del green pass libera noi da qualsiasi incombenza o atto di controllo. Dunque il cliente che mostra il qr code entra, chi non è vaccinato no. Sicuramente si tratta di una misura volta a tutelare la salute di tutti. Noi all’interno del locale siamo vaccinati e questo ci consente, finalmente, di vivere più liberamente».

Il certificato verde, infatti, deve essere mostrato da tutti i cittadini di età superiore ai 12 anni. Ottiene il green pass chi ha ricevuto la prima dose di vaccino, oppure ha un certificato di guarigione nei precedenti sei mesi, oppure ha effettuato un test molecolare o antigenico o salivare nelle 48 ore precedenti e ha avuto esito negativo. Per ottenere e scaricare il green pass bisogna aver ricevuto un sms con il codice authcode che dovrà essere inserito sulla pagina Internet dgc.gov.it oppure sulla app Immuni. Sulla app IO, invece, compare direttamente. Ferdinando Ciabattoni del ristorante Teta Castignano commenta: «Sono sempre stato favore sia al distanziamento, e dunque tutte le misure volte al contenimento del virus Sars Cov 2 che abbiamo fin da subito adottato nel nostro locale, sia al vaccino. Ma sul green pass devo ammettere di nutrire alcuni dubbi in quanto espone noi ristoratori a dei doveri che non sono di nostra competenza. Comunque se dal governo ci chiedono di farlo adotteremo anche questa misura pur di sconfiggere il virus».

Davide Camaioni del ristorante Posto Nuovo a Porto d’Ascoli precisa: «Questa misura rappresenta l’ennesimo attacco nei confronti della nostra categoria. A noi ristoratori chiedono in questo modo di attuare ulteriori controlli. Fortunatamente il nostro locale dispone di un ampio giardino dove le persone possono mangiare all’aperto, del resto è quello che in molto chiedono quando prenotano, anche quando le previsioni meteo non sono troppo favorevoli. E questo ritengo sia un po’ frutto di messaggi mediatici non sempre corretti».

Antonio Maccaferro del ristorante Ciaschì a Grottammare è favorevole al green pass, ma che funzioni a livello europeo: «Non ci sono indicazioni precise su quest’ultima decisione governativa. Certo è che non possibile renderlo obbligatorio per sedersi ai tavoli di bar e ristoranti al chiuso e poi non viene richiesto in luoghi di assembramento. C’è una grande confusione in merito».

Luigina Pezzoli: