Dare un nome ad ogni bimbo, conoscerne la storia e soprattutto la causa di morte, sarà un’impresa molto difficile. Nelle tombe ritrovate attorno alle scuole residenziali dove erano stati portati con la forza i figli dei nativi canadesi, tutto è avvolto nel silenzio, nell’incuria dei registri, nel più assoluto anonimato. È quanto emerge da un Documento redatto dall’arcidiocesi di Toronto e inviato per mail il 9 luglio ai giornalisti personalmente dall’arcivescovo card. Thomas Collins. “Da un recente sondaggio – scrive l’arcivescovo – emerge che solo il 10% dei canadesi ha una conoscenza approfondita della storia delle scuole residenziali. Sappiamo anche che molti cattolici hanno chiesto informazioni aggiuntive”. Per questo motivo, l’arcidiocesi di Toronto ha preparato un documento, cercando di rispondere a 8 domande che frequentemente vengono poste alla Chiesa. L’arcivescovo invita tutti a leggere attentamente il rapporto ma prima ammette:
Quante erano le scuole residenziali gestite dalla Chiesa cattolica e quale il loro obiettivo. Il sistema scolastico residenziale federale è iniziato intorno al 1883. Si stima che tra il 1883 e il 1996, 150.000 bambini di età compresa tra i 3 e i 16 anni siano stati costretti a frequentare le scuole residenziali federali. Delle 139 scuole residenziali individuate nell’Indian Residential School Settlement Agreement (IRSSA), il 46% (64 scuole) era gestito da enti cattolici; circa 16 delle 70 diocesi cattoliche del Canada erano coinvolte senza contare dozzine di comunità religiose. Per oltre un secolo, gli obiettivi centrali della politica aborigena del Canada era quella di eliminare i governi aborigeni; ignorare i loro diritti e, attraverso un processo di assimilazione, fa sì che i popoli aborigeni potessero cessare di esistere come entità.L’istituzione e il funzionamento di scuole residenziali erano un elemento centrale di questa politica. A costo di sottrarre con la forza i bambini dai loro genitori e “ricostruirli culturalmente e linguisticamente”.
Esistono file segreti? Già da anni – si legge nel documento – la maggior parte delle istituzioni cattoliche che gestivano scuole residenziali, ha iniziato a condividere i propri registri. Il cardinale Thomas Collins, insieme ad altri vescovi canadesi, hanno pubblicamente invitato le istituzioni cattoliche a condividere le informazioni se ancora non l’hanno fatto.Non ci sono prove che in Vaticano siano nascosti file segreti relativi alle scuole residenziali.Purtroppo, la ricostruzione della verità si scontra oggi con il fatto che molti dei registri in possesso sono andati persi nel tempo se non addirittura distrutti. Tra il 1936 e il 1944, il governo federale distrusse 200.000 fascicoli.