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Direttore Pompei: “È difficile coprire certe nudità con la retorica”

Di Pietro Pompei

Ai fruitori dei telegiornali quotidiani, anche dei decenni passati, non sarà sfuggito, tanti anni fa, l’episodio di un uomo nudo che alla macchina della Regina Elisabetta d’Inghilterra in sfilata per il suo 50° di regno. Un terribile contrasto, subito ripreso dall’”occhio” del “Grande Fratello” e portato al sorriso beffardo di tanti telespettatori.

Quando si dice che il mondo ruota al rovescio! Una volta, ci raccontavano, che nudo era il Re e nessuno osava commentare o sorridere su certe sue bizzarrie, per il pover’ uomo, invece, si è concesso un sorrisino sarcastico o al massimo un po’ di “humour” da parte di attempate signore con il naso arricciato e quattro poliziotti pronti ad abbrancarlo per cercare di coprire quelle poche scandalose nudità. Una meteora a cui si è appiccicata l’etichetta della pazzia: pietra tombale di tante negligenze sociali.

Eppure quella nudità aveva ed ha in sé un profondo senso di angoscia e di ingiustizia. E’ la stessa che in questi giorni ci giunge, specialmente, da alcune nazioni Africane, dell’America latina, dell’Asia Minore dove le guerre fanno strage e dove a migliaia, bimbi e adulti, muoiono di fame. E’ la stessa dove a Myanmar, Birmania, .si macchiano di sangue fraterno; è quella che porta il Mediterraneo ad essere saturo di morti giornaliere e i tanti clandestini che difendono il loro diritto di vita sulle sponde del Vecchio Continente, ma che l’indifferenza dell’Europa spera di catapultare in altre sponde, dove, resi schiavi, subiscono le più inumani angherie. Col ripristino del Colosseo spero non si torni ai “Circenses”, cancellando secoli e secoli di storia di lotte alla conquista della “dignità umana per tutti”.
Non sto vaneggiando! Certe promesse elettoralistiche, in un momento in cui siamo un po’ tutti in sofferenza, sono troppo insistite e sono riportate nei luoghi pubblici da poco riconquistati, con foga. Certamente il problema è enorme, ma finché restiamo ad aspettare che altri ci tolgono l’assedio, alla fine la situazione diventerà talmente ingovernabile da riportare indietro la storia di secoli. Le mura castellane non ressero all’urto delle invasioni e solo la Chiesa riuscì a smussare certe asperità e ad ottenere una possibile convivenza

E’ difficile coprire certe nudità con la retorica, ci vuole una politica seria che sappia anche trovare un qualche rimedio alle altre nudità che si nascondono nel nostro tessuto sociale e che a lungo andare incancreniscono. Purtroppo è vero che non solo gli extracomunitari che ci ronzano intorno in ogni luogo, ma anche pensionati ed altri con il minimo, ricorrono alla mensa dei poveri. In questi giorni abbiamo celebrato i 50 anni di attività della Caritas Italiana con numeri veramente preoccupanti a dimostrazione che la povertà è tornata agli anni delle catastrofi post belliche mondiali.
Non si risolvono queste situazioni con un sogghigno o con lo sbarramento xenofobo, come sta accadendo in molti Stati europei. Il terrorismo, una realtà con la quale, purtroppo, abbiamo a che fare e che va sicuramente combattuto, non si trasformi in un alibi per denudare la solidarietà che in altri tempi chiesero altrove i nostri padri. Proprio in questi giorni le statistiche ci dicono di un 7% di nostri connazionali che vivono all’estero. Un’accoglienza oculata ed una condivisione che si fa prossimo, potrebbero essere in grado di coprire almeno certe “nudità” e ridare dignità a tanti nostri fratelli.

Redazione: