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Enorme tartaruga di mare salvata a Grottammare

GROTTAMMARE – Sabato 3 luglio è stata ritrovata davanti allo chalet “La Vela” e il tratto di mare della spiaggia libera di Grottammare lungo il Viale Marino una tartaruga di mare “caretta caretta” di ragguardevoli dimensioni, circa 70-80 cm. Di lunghezza.

La tartaruga era in visibile stato di difficoltà ed appariva  molto indebolita e disorientata. Un bagnante l’aveva vista aldilà della barriera della scogliera, che non riusciva a riprendere il largo, appoggiata agli scogli, così l’ha portata a riva cercando aiuto tramite i bagnini.

Chiamata la Capitaneria di Porto ed attivato l’iter per la salvaguardia e tutela di animali protetti, la tartaruga è stata spruzzata continuamente nell’acqua bassa per mantenerne l’idratazione, in attesa dei soccorsi. Il carapace appariva coperto di muschi e conchiglie, sembrava quasi una vecchissima piccola isola galleggiante. Ogni tanto il rettile provava ad addentrarsi nell’acqua più profonda, ma nuotava in “pendenza” come se il suo corpo pesasse più da una sola parte. Evidentemente era spaventata dalla folla a cerchio che pur corretta e su indicazioni dei bagnini, si teneva alla larga dell’animale per non infastidirlo. Due militari della capitaneria di porto vigilavano sulla riva e l’attesa era regolata da più bagnini.

Dopo un bel pò di tempo finalmente è arrivato il servizio veterinario della ASL con tre membri di una associazione animalista che tutela , cura e reintegra nell’ambiente la fauna selvatica in difficoltà. Una esponente dei due servizi ha fatto notare come le incrostazioni sul carapace dell’animale erano sovrabbondanti da un lato , indicando che da tanto tempo la tartaruga nuotava inclinata, segnale di un disturbo dell’equilibrio o comunque di una sofferenza, ipotizzando un incidente dovuto all’uomo ed escludendo ad una prima indagine superficiale, una ferita.

Forse  l’animale ha ingoiato un amo da pesca oppure un sacchetto di plastica, il secondo costituisce il pericolo maggiore perché a volte questi rifiuti plastici si avvolgono intorno ai visceri di questi begli animali in via di estinzione, creando danni irreparabili.

La tartaruga è stata appoggiata in una vasca imbottita e coperta subito con un asciugamano bagnato, dopodichè è stata condotta in auto verso il centro di recupero, una volta firmati i moduli e gli adempimenti relativi al suo prelevamento in natura. Non potremo mai dimenticare gli occhioni della tartaruga, quando tirava fuori la testa dall’acqua, quegli occhioni neri, lucidi, grandi e spaventati. Speriamo che questa storia finisca bene e che l’animale, un esemplare adulto, possa essere recuperato e reintegrato nella natura, ossia nel nostro Mare. Resta il problema dell’inquinamento del mare, di ciò che stiamo facendo al nostro pianeta, alla mancanza di rispetto che ci sta portando all’autodistruzione, infatti se l’umanità non cambia e continuerà la sua opera di distruzione del pianeta riempiendo di spazzatura ovunque e finanche in fondo al mare, l’umanità stessa si autodistruggerà. Del resto il convid-19 ne è stato un esempio eloquente. Ma bando i pensieri negativi, incrociamo le dita per la “nostra” caretta caretta, sperando che possa essere custodita e curata amorevolmente per poi poter essere rilasciata alla sua vita di libertà in mezzo all’azzurro del mare.

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 ad oggi scrive su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare.