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La diocesi rinnova l’invito a diventare una “Famiglia di prossimità”

DIOCESI – In occasione della Veglia di Pentecoste che si terrà sabato 22 maggio alle ore 19.30 presso la Cattedrale Madonna della Marina, la diocesi rilancia l’iniziativa “Famiglia di prossimità

In una nota don Gianni Croci, direttore della Pastorale diocesana scrive: “Avendo iniziato l’anno della Famiglia “Amoris Laetitia” e di S. Giuseppe, l’uomo dei sogni, che si è preso cura del Bambino e di sua Madre, possiamo prendere in considerazione la possibilità di promuovere un’iniziativa che potremmo chiamare “Famiglia di prossimità”, un bel modo per far crescere la gioia dell’amore nelle piccole chiese domestiche”.

L’affiancamento familiare può essere una forma innovativa di intervento sociale, pensata per sostenere le persone che vivono un periodo problematico nella gestione della propria vita quotidiana.
Il modello di affiancamento non si focalizza solamente sulla persona ma, dove è possibile, su tutto il suo nucleo familiare: una famiglia solidale sostiene e aiuta una famiglia in difficoltà, e tutti i componenti di entrambi i nuclei vengono coinvolti in una relazione basata sulla fiducia, sul consenso e sulla reciprocità.
Innovazione, efficacia e sostenibilità sono i tratti distintivi che caratterizzano l’affiancamento familiare che ha conosciuto nel corso del tempo una progressiva diffusione, offrendo l’opportunità di riflettere, ripensare, sperimentare, in processo circolare, il pensiero e l’azione, all’interno di un contesto sociale in costante trasformazione e che, soprattutto negli ultimi anni, è sempre più aperto a nuove contaminazioni.
Sia il contesto sociale sia la comunità di appartenenza giocano quindi un ruolo fondamentale, poiché tale approccio richiede nuove logiche che superino gli interventi parcellizzati e settoriali per favorire invece un percorso di coprogettazione e l’assunzione di responsabilità condivise.
L’affiancamento familiare si caratterizza, inoltre, come un intervento a carattere preventivo che offre un sostegno temporaneo a famiglie fragili e include, tra i suoi obiettivi, quello di diminuire i fattori di rischio che potrebbero portare ad altri interventi maggiormente invasivi per la famiglia.
Focalizzando l’attenzione sui percorsi di prevenzione si richiede quindi di non lasciar inosservati quei segnali di disagio, non sempre espressi in modo esplicito e prevalentemente “mascherati” da richieste di carattere pratico, per poter costruire, a partire da essi, l’azione di supporto e di empowerment.

In generale possiamo dire che l’affiancamento familiare costituisce una strategia e una modalità di intervento efficace nei confronti di famiglie che presentano elementi di fragilità.

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