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FOTO Commemorazione del venerabile Giovanni Palatucci, vescovo Bresciani: “In un’epoca di distruzione ha saputo costruire la pace”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolta ieri, al parco Cerboni, alle ore 11:00, sotto il calore di un sole radioso e fulgente, la cerimonia di commemorazione della morte di Giovanni Palatucci, Medaglia d’Oro al merito civile della Repubblica Italiana per aver salvato la vita a molti Ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. In sua memoria oggi, in molti comuni italiani, è stato piantato un albero di ulivo con relativa targa commemorativa a lui dedicata. Il vescovo Carlo Bresciani, intervenuto appositamente per l’occasione, ha benedetto il luogo e tutti i partecipanti. Presenti le massime autorità civili e militari: il Questore della Provincia di Ascoli Piceno Alessio Cesareo; il Vice-Prefetto Aurora Monaldi; il Sindaco della città Pasqualino Piunti; il Comandante della Polizia Municipale Giuseppe Coccia; il Tenente Giuseppe Palatucci, Comandante del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Carabinieri della città; il Capitano Angelo Nicola De Benedetto, Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza; il Capitano Marco Mancini, Comandante della Capitaneria di Porto; il Comandante della Polizia Penitenziaria di Ascoli Piceno Pio Mancini.

Dopo i saluti di rito, il Questore Alessio Cesareo ha ringraziato il sindaco Piunti ed il Vescovo Bresciani per l’ospitalità, la presenza e lo spazio dedicato al questore Giovanni Palatucci, di cui ha ricordato i tratti salienti di vita. Vice commissario aggiunto di pubblica sicurezza, nel ruolo di reggente della Questura di Fiume, Palatucci salvò dai campi di concentramento migliaia di Ebrei, fino a quando fu arrestato dai nazisti e internato nel campo di concentramento di Dachau dove morì di stenti il 10 Febbraio 1945. “Questa targa – ha detto il questore Cesareo – ricorderà ai visitatori del parco le atrocità avvenute durante la Seconda Guerra Mondiale e servirà soprattutto alle nuove generazioni ad avere conoscenza e coscienza di ciò che è stato. Purtroppo, infatti, nonostante siano passati molti anni dalla caduta del regime nazista, si verificano ancora episodi di razzismo e discriminazione: è quindi molto importante raccontare alle giovani leve l’esempio di vita dato da questo alto funzionario dello stato che ha sempre operato diffondendo una cultura di rispetto e di pace. Ecco allora il motivo per cui oggi in tutta Italia viene piantato un albero di ulivo, da sempre segno di pace. Dobbiamo parlare ai nostri giovani di Palatucci e dei tanti costruttori di pace che hanno servito il nostro paese, perchè senza pace una società non progredisce.”

È stato poi il turno del Sindaco Pasqualino Piunti il quale ha ringraziato, oltre alle autorità militari e religiose presenti, anche il comitato di quartiere e la parrocchia di Sant’Antonio. “Quando ho ricevuto l’invito del questore a piantare questo ulivo nel nostro parco – ha detto il sindaco – ho accettato con molto piacere, perché la testimonianza di vita di un eroe come Palatucci non deve essere dimenticata. Questo ulivo simboleggia la pace: mi auguro, quindi, che, così come questo albero crescerà, anche la pace accresca in maniera proporzionale. ”

A seguire ha preso la parola il Vescovo Carlo Bresciani il quale ha sottolineato come Palatucci, in un contesto in cui c’era solo il progetto di distruggere, ha saputo, al contrario, mostrare la sua volontà di costruire su basi solide. “La sua vita – ha detto il vescovo – è un grande esempio per tutti noi: egli ha saputo andare oltre le differenze (ebrei, cristiani, …), riconoscendo che c’è qualcosa di più grande ed importante, al di là delle differenze. Palatucci non si è lasciato ingabbiare dalle differenze e dall’indifferenza, bensì ha saputo trovare ciò che ci unisce nell’unica umanità. Quando noi perdiamo il senso di appartenenza a questa unica umanità, tutto degenera. Questo servitore dello Stato, che è stato proclamato anche “Giusto tra le Nazioni”, per noi Chiesa è semplicemente un venerabile, venerabile dal punto di vista della fede, perché ci lascia un importante messaggio su come costruire il nostro vivere insieme. È per questo motivo che con piacere sono qui a benedire e venerare questo nostro concittadino il cui esempio di vita ha un valore altissimo per tutti noi.”

Infine è stato chiamato a ricordare brevemente la figura del congiunto il Tenente Giuseppe Palatucci, comandante del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto. Giuseppe, in particolare, ha ricordato i discorsi del nonno che gli raccontava di come, per farli sfuggire ai nazisti, Giovanni inviasse molti Ebrei a suo zio che faceva il Vescovo e che trovava una sistemazione per tutti loro.

La cerimonia si è conclusa con la solenne e commovente benedizione data dal nostro vescovo Carlo: “Ti ringraziamo, Signore, perché durante il buio della guerra, Tu, hai acceso una lampada di puro amore attraverso la vita di Giovanni Palatucci: egli ha rifiutato l’odio, mentre il mondo lo seguiva; ha respinto il compromesso, mentre molti per paura lo accettavano; ha deciso di restare agnello, mentre intorno a lui si moltiplicavano i lupi; egli ha veramente creduto nell’amore che Tu, o Signore, hai seminato nella nostra storia. Ti preghiamo: brilli nella Chiesa come stimolo all’eroismo per tutti. Vogliamo, attraverso questa targa, onorare Giovanni Palatucci, uno dei tuoi figli migliori della nostra Polizia di Stato che non esitò a donare la vita in imitazione del martire divino per il bene di tutti, ed in particolare dei nostri fratelli maggiori di fedeltà ebraica. Tu, che hai sostenuto con il tuo amore questo tuo servo fedele, fino alla testimonianza suprema nel lager di Dachau, aiutaci ad imitarlo nell’amare il prossimo attraverso il lavoro quotidiano fatto di senso di responsabilità, rettitudine di coscienza, generoso altruismo e solidarietà.”

Carletta Di Blasio: