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Salvare un cinema in pieno Covid

Michele Luppi

Salvare un cinema oggi, al tempo delle smart-tv e della piattaforme di film e serie on-demand, è difficile. Pensare di farlo in piena pandemia – con cinema e teatri chiusi da mesi – appare a tutti gli effetti come un’impresa impossibile. Ma come recita una frase che la vulgata popolare vorrebbe attribuita ad Albert Einstein: “La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso”.

È questa la determinazione che ha animato un piccolo gruppo di comaschi, per lo più giovani, che all’inizio di dicembre hanno lanciato la campagna “SalviAmo il cinema Astra” con l’obiettivo di riaprire una storica sala cittadina, l’unica rimasta nel centro storico di Como,di proprietà della parrocchia di San Bartolomeo, chiusa per inagibilità dal giugno del 2018.

“Il progetto di recupero prevede un completo riassetto anche gestionale della sala, aperta nel 1968 per volontà di un sacerdote visionario, don Giuseppe Fossati, e di una cooperativa di 650 comaschi: è stato messo a punto un nuovo modello di gestione incardinato sui principi di sostenibilità, replicabilità e scalabilità, dove profit e no profit concorrono insieme nella gestione del bene”, racconta al Sir Marco Fumagalli, project manager dell’iniziativa.
Il futuro del nuovo Astra poggerà su quattro pilastri:il primo è proprio la parrocchia, proprietaria dell’immobile, che è pronta a concedere la gestione per i prossimi 4 anni a costo zero. Il secondo è Pga, una tra le più importanti case di distribuzione cinematografiche italiane che realizzerà i lavori di messa a norma e che garantirà la programmazione cinematografica dei week end con titoli di prima scelta. Il terzo è Astra2000, una costituenda cooperativa fondata da giovani che si occuperà della gestione del cinema, della programmazione del Cineforum, delle rassegne speciali e delle attività culturali per scuole e associazioni.E il quarto? I comaschi, ovvero il pubblico di Astra…Perché se 140 mila euro – dei 218 mila necessari ai lavori – erano già stati reperiti tramite alcuni bandi ed un contributo di Pga, restavano da trovare 75 mila euro. Ma come trovarli in piena pandemia?

“Sapevamo che il periodo era difficile, ma non avevamo altra scelta perché a breve sarebbero scaduti alcuni bandi che avevamo vinto proprio con l’obiettivo di finanziare i lavori”, spiega Federico Frigerio, altro membro del gruppo. Ed è qui che prende il via la scommessa:chiedere alla città di fare la sua parte, donando – tramite una piattaforma di crowdfundig della Fondazione provinciale della comunità comasca – i 75 mila euro mancanti.“Per farlo – continua Frigerio – siamo partiti coinvolgendo alcune realtà giovanili del territorio, come i gruppi scout e i giovani dell’Azione cattolica, ma la rete si è presto allargata coinvolgendo associazioni culturali, giovani artisti e tantissimi semplici cittadini».

La campagna si è conclusa il 2 febbraio scorso dopo 60 giorni di raccolta fondi ed un successo davvero al di là di ogni previsione:il traguardo dei 75 mila euro non solo è stato raggiunto, ma superato portando il contatore ad oltre 85 mila euro.

“È ufficiale: il cinema Astra di viale Giulio Cesare 3 a Como è salvo! Non sapete quanto abbiamo sognato in questi duri mesi di campagna di arrivare a scrivere queste parole. Ci abbiamo sempre creduto, anche se non era facile”, hanno scritto i promotori della campagna in una nota, che aggiunge: “Otto settimane fa – era un venerdì di neve a Como – in un cinema Astra aperto solo per la stampa abbiamo lanciato un grido ai comaschi: ‘SalviAmo il Cinema Astra’. Da quel giorno è iniziata una marea silenziosa in cui abbiamo sentito, giorno dopo giorno, crescere l’amore dei comaschi per quella che è e resterà la loro ‘sala di comunità’. Oltre 850 persone hanno partecipato alla campagna: giovani e anziani, singoli e associazioni, imprenditori e studenti.Tutti possiamo gioire oggi perché: ‘Abbiamo salvato un cinema’. L’abbiamo fatto insieme”.

Non ha nascosto la meraviglia anche il parroco don Gianluigi Bollini: “Il coinvolgimento popolare è stato davvero inaspettato, almeno nelle proporzioni. Sono rimasto colpito specialmente dalla partecipazione e dal protagonismo di diverse realtà giovanili che si stanno spendendo per immaginare la futura gestione del cinema”.

Un domani tutto da costruire, a partire dai lavori che dovrebbero concludersi entro il prossimo autunno, per consentire – Covid permettendo – il tanto atteso ritorno in sala.

“L’Astra – conclude mons. Angelo Riva, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Como – rappresenta non solo un patrimonio storico ereditato dal passato e da non disperdere, ma anche una risorsa culturale e sociale su cui vale la pena investire”.

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