DIOCESI – «Anche in questo anno trascorso, così particolare, dobbiamo riconoscere di avere molti motivi per ringraziare il Signore, noi che lo possiamo ancora fare». Lo ha affermato il Vescovo Carlo Bresciani in un passaggio dell’omelia che ha tenuto durante la Santa Messa di Ringraziamento che egli ha presieduto nel pomeriggio di giovedì 31 dicembre presso la Cattedrale Madonna della Marina. La celebrazione, alla quale hanno preso parte i sacerdoti della Cattedrale, è stata preceduta da un’ora di adorazione eucaristica. Riproponiamo di seguito il video e il testo dell’omelia del Vescovo Carlo.

«Siamo alla conclusione di questo anno civile, anno del tutto speciale per la drammaticità della pandemia che tutti ci ha coinvolto con una violenza tanto inaspettata quanto diffusa in tutto il mondo. Sotto tanti aspetti si è trattato di un anno orribile in cui abbiamo dovuto piangere molti nostri anziani – ma non solo – colpiti da questo invisibile nemico che è il coronavirus. Esso ha sconvolto tutto i nostri progetti e scalzato le nostre fragili sicurezze.

Siamo qui davanti al Signore con l’animo pieno innanzitutto di invocazione: non cessiamo di chiedergli il pronto superamento della pandemia che tanti dolori sta infliggendo alle nostre famiglie, alla nostra nazione e al mondo intero. Indifesi come siamo, invochiamo la sua protezione, certi che lui non si è addormentato e non si è dimenticato di noi.

Come ai discepoli, che sulla barca sbattuta dalle onde del lago erano terrorizzati per il pericolo che stavano correndo, egli ci invita a non avere paura, perché resta nella barca con noi. Non ci lascia soli; resta nella barca della nostra vita, sballottata dalle alterne e incerte vicende che incontriamo. Egli ci invita a non perdere la fiducia, ma a continuare a remare anche nella tempesta: egli ci aiuterà a giungere in porto. È una parola di incoraggiamento e di fiducia quella che egli dona a tutti noi questa sera. Finisce un anno, ma non finisce il tempo che egli ci dona e, nel tempo che ci dona, è racchiusa una sicura speranza.

Anche in questo anno trascorso, così particolare, dobbiamo riconoscere di avere molti motivi per ringraziare il Signore, noi che lo possiamo ancora fare. In questo tempo molto difficile abbiamo potuto vedere molti segni non dubbi di speranza che ha illuminato l’oscurità della prova e promettono luce per il tempo a venire. Abbiamo, infatti, potuto vedere molti segni e gesti di squisita, commovente e meravigliosa solidarietà umana da parte di molte persone, spesso anonime, e di molte categorie pronte, anche a rischio della propria vita, a correre in aiuto a chi era nel bisogno. Ricordo qui, tra gli altri, molti medici e infermieri, molti sacerdoti e religiosi/e, moltissimi volontari di tantissime associazioni caritative (una risorsa davvero eccezionale soprattutto per noi in Italia!), le forze dell’ordine e i ricercatori che ci forniranno presto un vaccino… Sono un vero dono del Signore per i momenti di necessità.

Dobbiamo gratitudine a tutte queste persone anche se, non avendo noi avuto bisogno, non abbiamo goduto direttamente della loro opera. Gratitudine, perché ci fanno balenare la possibilità reale di un mondo migliore, possibile quando ci si unisce e ci si aiuta reciprocamente. Sono segno di speranza per il futuro. Tutti speriamo di avere qualcuno su cui contare nel momento del bisogno e il fatto che ci siano queste persone sostiene la nostra speranza. Sono segno di speranza, perché indicano senza ombra di dubbio che non necessariamente gli uomini e le donne sono così negativi come purtroppo troppo spesso la narrativa li presenta. C’è un fiume di bene che scorre silenzioso tra di noi da cui emana una luce che rischiara le tenebre. E questo allarga il cuore.

Ma dobbiamo gratitudine soprattutto a Dio perché, agendo silenziosamente nel cuore di queste persone, ispira loro una tale generosità e li sorregge nella fatica e nei rischi che tutto ciò comporta. Che lo si riconosca o no, è sempre Dio che ispira e sostiene nelle opere di bene, ovunque e da chiunque vengano compiute. Dobbiamo, inoltre, dire grazie a Dio, perché se siamo qui questa sera, vuol dire che siamo stati preservati e conservati in vita in questo anno che finisce. La nostra vita è il primo grande dono quotidiano di cui godiamo e certamente non perché abbiamo meriti maggiori di altri. La vita è sempre un dono di Dio, gratuito per tutti. E se, con la vita che ci è stata donata, abbiamo potuto fare anche un po’ di bene alle nostre famiglie e ad altri, rendiamo grazie a Dio. Anche se a volte comporta fatica, non c’è maggior gioia che fare del bene. Gustare questa gioia è una benedizione di Dio sulla nostra vita.

Nella lettera pastorale di quest’anno sottolineavo che la capacità di ringraziare, rendendoci conto di quanto riceviamo, è ricchezza personale ed è fondamentale per vivere bene. Siamo figli di Dio e riconoscere il bene che riceviamo da lui ci rende veri figli. Il dono della vita e tutti gli altri doni, se ricevuti senza gratitudine, perdono significato e, invece che arricchire la nostra vita, la impoveriscono. Chi non sa riconoscere i doni ricevuti e non sa conservare gratitudine sarà sempre povero e mai contento. Per questo è importante fermarci a riflettere su quanti doni abbiamo potuto contare per la nostra vita nell’anno che si chiude: potremo così aprire il nostro cuore alla gratitudine, alla capacità di saper dire grazie. Troppo spesso ci comportiamo come se non dovessimo nulla a nessuno e tutto ci fosse dovuto.

È importante dire grazie a vostra moglie e a vostro marito, ai vostri figlie e ai vostri genitori, ai vostri sacerdoti… a tutti coloro, spesso anonimi, che nell’anno che stiamo chiudendo con il loro lavoro e la loro generosità ci hanno dato la possibilità di godere di molti beni e di molti servizi che hanno reso la nostra vita più facile e meno faticosa. Se dovessimo fare l’elenco di coloro che dovremmo ringraziare, sarebbe per tutti noi certamente un elenco molto lungo. Credo che qualche volta sarebbe utile provare a farlo, magari per scritto; sono sicuro che noi stessi resteremmo molto meravigliati dalla sua lunghezza: ma ci farebbe molto bene!

Nell’anno che si chiude abbiamo ricevuto molti beni e servizi da persone che non conosciamo, ma che ogni giorno lavorano perché possiamo vivere sereni e in pace nella nostra società. Questa sera per tutti coloro che ce li hanno dati diciamo grazie a Dio, perché, come dicevamo, dietro ogni bene, c’è lui che lo ispira e lo guida. Affidiamo a Dio il compito di far giungere a loro, nei modi che solo lui conosce, la nostra gratitudine e il nostro grazie. Io, questa sera, rendo grazie a Dio anche per tutti voi, per questa amata diocesi, per tutti i nostri sacerdoti e per tutti coloro che con la loro fede e la loro dedizione la rendono una chiesa in cui continua a vivere l’amore di Dio. Per tutti e a nome di tutti canteremo a conclusione di questa celebrazione: “Noi ti lodiamo Dio, ti ringraziamo Signore”. Salga come incenso la nostra lode a Dio e ridondi a beneficio di tutti per l’anno nuovo che il Signore vorrà donarci».

La celebrazione si è conclusa con il canto del Te Deum.

Noi ti lodiamo, Dio,
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella lode;
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria,
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte,
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore,
che hai redento col tuo Sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria
nell’assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo,
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia:
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.

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