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Una Manovra protettiva in attesa del vaccino

Paolo Zucca

Il vaccino è vicino, forse vicinissimo. Ma i numeri della pandemia sono impressionanti e non c’è da stupirsi se la Manovra di fine anno abbia l’impronta dell’emergenza. Guarda alla salute, alla protezione, alla tenuta economica. Non è facile scegliere, come impone il Bilancio di previsione per il 2021, cosa sostenere nei prossimi dodici mesi. All’Esecutivo si chiede anche di delineare le linee guida del bilancio triennale al 2023. Dalla prossima settimana il testo approvato dal Consiglio dei ministri passerà all’esame della Camera e dovrà essere licenziato dai due rami del Parlamento entro la fine di dicembre.
Come accade ogni anno molte categorie hanno definito inadeguati gli stanziamenti previsti. Imprese e sindacati lamentano l’assenza di un progetto espansivo per l’economia. Si profila anche qualche sciopero. Dei 38 miliardi di interventi previsti (ma ne serviranno altri di scostamento vista la caduta economica di questi mesi) alla sanità ne arriveranno almeno 6, per il rafforzamento delle strutture e del personale e per l’acquisto di vaccini (400 milioni). Altri 2 miliardi andranno al Fondo per la ristrutturazione dell’edilizia sanitaria e case di riposo, per ricostituire parte di quel tessuto di base che è andato distrutto e che invece ha fatto la differenza nel contenimento del contagio.
Sparso in varie voci, circa un quinto delle risorse disponibili verrà destinato alla sanità. L’esecutivo ritiene in questo modo di poter reggere l’impatto del virus senza i fondi del Mes (il Meccanismo europeo di stabilità politicamente indigesto all’area 5Stelle) ora in rivisitazione.
La pandemia ha provocato anche sofferenze economiche e in attesa del Recovery Fund (il Fondo di rilancio che è più corretto ridefinire nel più strategico NextGeneration Ue) e

dei 209 miliardi assegnati all’Italia, la manovra entra nel merito dei ristori agli operatori economici penalizzati e del sostegno economico alle famiglie, ai lavoratori più giovani e alle imprese. Se sui flussi alla sanità nessuno azzarderà proposte di taglio, sulle proposte economiche le opinioni potranno essere diverse e lo si vedrà nel dibattito parlamentare.

Il prolungarsi del blocco ai licenziamenti fino al 31 marzo e l’analogo allungamento di tre mesi della Cassa integrazione (supportata dai fondi europei) vengono visti come un’ingessatura all’attività di impresa. Che ha bisogno di cambiare pelle e beneficiare di nuove produzioni e strategie digitali.
Il sostegno alle imprese è suddiviso in più capitoli e si intreccia con il sostegno all’occupazione giovanile, femminile e alle regioni meridionali attraverso sgravi e crediti di imposta. Alle famiglie vengono indirizzati fondi aggiuntivi (3 miliardi nel 2021 e 5,5 nel 2022) con la razionalizzazione di agevolazioni esistenti attraverso l’assegno unico per chi ha figli.

Ogni anno con l’approvazione della Manovra scatta “l’assalto alla diligenza”, la sequenza di emendamenti (4500 nel 2019) per spostare fondi da un settore a un altro. Quest’anno la diligenza porta soprattutto materiale sanitario.

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