Tra gli effetti del lockdown sui bambini si sono registrati una diminuzione dello stress scolastico e un miglioramento del mal di testa. Lo rileva uno studio su 700 minori affetti da cefalea condotto dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con 9 Centri italiani dedicati alla malattia. La riduzione dell’ansia scolastica la principale causa del miglioramento. I risultati, appena pubblicati sulla rivista scientifica Cephalalgia della International Headache Society, “documentano l’impatto rilevante di fattori emotivi come ansia e stress sulla frequenza e sull’intensità delle cefalee pediatriche”, si legge in un comunicato.
Il mal di testa, o cefalea, è molto frequente anche tra i bambini, specialmente in età scolare. Ne esistono diversi tipi. Le cefalee primarie (emicrania, cefalea tensiva, cefalea a grappolo) sono malattie neurologiche legate a una predisposizione genetica, cui è ascrivibile la maggior parte dei mal di testa accusati dal bambino. Nelle cefalee secondarie il mal di testa è invece il sintomo di una malattia diversa.
Per lo studio, coordinato dal team di neuropediatri e psicologi del Centro cefalee del Bambino Gesù in collaborazione con altri 9 Centri cefalee italiani, sono state arruolate 707 famiglie con bambini e adolescenti tra i 5 e i 18 anni, con diagnosi di cefalea primaria. A genitori e figli è stato somministrato un questionario anonimo che esplorava andamento del mal di testa prima e durante il lockdown, caratteristiche della malattia (frequenza e intensità degli attacchi), terapie seguite (quali e quanti farmaci), variazioni dell’umore, degli stili di vita e dell’attività scolastica.
L’analisi dei dati ha evidenziato un significativo miglioramento del mal di testa per il 46% dei bambini e dei ragazzi, un peggioramento per il 15%, nessuna variazione di rilievo per il 39%. La causa principale del miglioramento è riscontrabile nella riduzione dell’ansia scolastica nel periodo di isolamento dovuto al lockdown. Sul piano clinico, i risultati confermano che gli interventi sugli stili di vita, per il controllo dei livelli di ansia e stress, rivestono un ruolo fondamentale nel percorso di cura delle cefalee pediatriche. “I fattori emotivi ed emozionali andrebbero sempre considerati quando si propone un trattamento per l’emicrania e per la cefalea di tipo tensivo”, sottolinea Laura Papetti, neuropediatra del Bambino Gesù e primo autore dello studio. “È necessario che bambini e genitori siano consapevoli che qualsiasi intervento sui fattori di stress ha più probabilità di essere efficace rispetto ai farmaci attualmente disponibili”.

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