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Sorelle Clarisse: “Alimentiamo l’olio delle nostre lampade”

DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza di San Benedetto del Tronto.

E’ molto bella la prima lettura che oggi la liturgia ci propone, è un passo della Scrittura che ci parla della Sapienza.

Ascoltate: «La sapienza è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano».

La Sapienza è immaginata come una lampada che emana splendore, perciò appare radiosa; allo stesso tempo non sfiorisce mai, non viene meno. Se la Sapienza possiede un tale bagliore, non può non essere vista. A volte abbiamo il timore che sia difficile raggiungerla e conquistarla, la ricerca della sapienza ci appare faticosa, complicata. Invece, ci dice la Scrittura, può essere facilmente trovata perché essa stessa si rende disponibile. «…facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano».

Facilmente…ma ad una condizione…che l’uomo la desideri, la ami e si impegni concretamente a rintracciarla.

Perché, se c’è questo anelito, questo slancio, la Sapienza stessa ci verrà addirittura incontro. Continua infatti la Scrittura: «Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano. Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta».

E’ la Sapienza a muoversi per prima, ci viene incontro, si spinge in anticipo con tutto lo slancio possibile per farsi trovare pronta, attenta, accogliente, disponibile a chi la vuole incontrare.

Non siamo chiamati a chissà quali acrobazie, quali sforzi di testa per trovarla, ad affrontare molte fatiche o lunghi percorsi, piuttosto occorre un moto dell’animo, un’aspirazione, un desiderio, un trasporto intenso.

Ed ella si farà trovare seduta alla porta di colui che, di buon mattino, si alza per scovarla e catturarla.

E’ lì, sulla soglia di casa, ad attenderci.

«O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua».

Questo canta il salmista: canta di una sete, di un desiderio, di una passione, di amore…è questo l’olio delle lampade che le cinque vergini sagge della parabola evangelica non mancano di portare con sé all’incontro con lo sposo.

Quali nozze con lo sposo possono essere celebrate se l’olio manca? Se manca il desiderio? Se manca il trasporto, se manca l’ardore, se manca la passione? Se manca la trepidazione? Se manca la gioia irrefrenabile dell’incontro?

Certo, ci si può addormentare: nella parabola leggiamo infatti che, tanto le cinque vergini sagge quanto le cinque vergini stolte, si addormentano nell’attesa dello sposo. Abbiamo cioè sempre a che fare con i limiti della nostra umanità, con la concretezza di quello che siamo, con le incertezze, le paure…ma il Signore non ci condanna per questo! Il Signore non condanna e non annulla le nozze a causa delle nostre fragilità, a causa della nostra umanità…ma quello che non può mancare, da parte nostra, è il desiderio di amarlo. Perché altrimenti la porta delle nozze sarà chiusa!

E ci possono apparire cattive le vergine sagge che, di fronte alla richiesta di un prestito di olio da parte delle vergini stolte, rispondono così: «No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene».

Non sono cattive o egoiste…non si tratta di condividere qualcosa, un oggetto…

Ognuno di noi ha il proprio vissuto, un’intimità che custodisce nel profondo del cuore, una propria capacità, un proprio desiderio di amare… tutto ciò non può essere prestato, di tutto ciò è impossibile che si possa alimentare qualcun altro perché fa parte del nostro io più profondo, è costitutivo del nostro essere, è la parte più interna del nostro cuore…è l’esperienza personale e intima di ciascuno, e questa non è replicabile…può essere, almeno in parte, testimoniata, manifestata all’altro ma non può essere frammentata, spezzata, prestata!

Allora alimentiamo l’olio delle nostre lampade, alimentiamo il desiderio, coltiviamo l’amore e rispondiamo con gioia alla voce che ogni giorno la Parola fa risuonare nella nostra vita: «Ecco lo sposo! Andategli in contro!».

 

 

 

 

 

Redazione: