DIOCESI – Abbiamo intervistato Don Luigino Scarponi, parroco di Sant’Egidio Abate e componente del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Istituto Sostentamento Clero diocesano.
Don Luigino, come hai vissuto questo periodo di lockdown?
In molte occasioni ho definito questo tempo di grande frastornamento. “Frastornato” perché dall’oggi al domani sono stato rinchiuso tra casa e chiesa, chiesa e casa.
Molte ore le ho passate in chiesa, aperta dal mattino a mezzanotte, vi ho visto e incontrate molte persone. Osservando il loro comportamento, ho scritto e pubblicato un percorso liturgico, spirituale, catechistico nel fare una visita alla chiesa.
Così scrivevo un sabato sera parafrasando don Gian Luca Rosati,
“M’affaccio sul sagrato.
La piazza è deserta.
Nel grande silenzio prego,
Ti chiedo, Signore,
che dietro ogni finestra
persone sole, piccoli, adolescenti,
adulti, anziani: famigliole,
seduti a mensa,
siano in pace e non abbiano timore
Perché Tu sei con noi!”
Pensavo di leggere molto ma poi mi sono trovato a “fare”, ho portato a termine alcuni lavoretti iniziati, ma lasciati fermi per anni … come un collage di foto su un quadro naïf della facciata di San Basso; Ho restaurato il libro dei spartiti dei canti e altri ancora …
Nel primo mese, fino a Pasqua, ho cercato anche di tenere i contatti, soprattutto la sera, con i confratelli con telefonate e videochiamate, momenti molto belli di condivisione di preoccupazioni, speranze, iniziative pastorali.
Come sei riuscito ad essere vicino ai parrocchiani?
Penso come tanti altri preti, ho usato tutti i mezzi di comunicazione.
Ho continuato la pubblicazione cartacea e elettronica del giornalino parrocchiale “NOI … Comunità di Comunità”; ho inviato messaggi su WhatsApp ai vari gruppi di catechesi e di servizio; ho evitato “atteggiamenti scomposti” miracolistici o interpretazioni fuorvianti ma ho condiviso l’Eucaristia nella sua purezza liturgica su Facebook con la presenza sempre di un ministro. Nel triduo pasquale, la conclusione del mese di maggio è la veglia di Pentecoste, sono state presenti una decina di ministri con un cine operatore; le campane hanno sempre suonato, mattina e sera e la domenica anche a mezzogiorno per l’Angelus o il Regína Coeli; ho telefonato e ricevuto telefonate, con molta sorpresa da molte “nonne/mamme” mi hanno telefonato spesso per sapere come stavo; alcuni mi hanno offerto il pranzo per le feste.
In contatto con il Sindaco, ho tenuto significative relazioni con le persone malate in ospedale (Atri) isolate e depresse a causa del contagio del COVID-19, o in casa …
La PRO LOCO, nella saletta parrocchiale, ricolma di ogni bene, è stata la mano operativa della CARITAS parrocchiale, pacchi e pacchetti di abbondanti e svariati alimenti per le tante famiglie straniere e locali (circa 100) …
Come è stata la risposta dei fedeli alle dirette delle celebrazioni nel periodo di chiusura?
L’erba del vicino è sempre più verde …
Non è stato un riscontro entusiasmante!
Nemmeno l’ho ricercato! Ho evitato gesti eclatanti e rumorosi … ma ho con toni sommessi di vicinanza come durante i “commiati” (12) al cimitero, ben fatti: il Vangelo del giorno, piccola esortazione, l’incenso, il canto “in paradiso …” il rosario in forma breve, durante la tumulazione; …
Sorpresa amara, la scarsa risposta delle famigliole dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, all’invito a crescere come “piccola Chiesa domestica, alla preghiera comune, alla lettura del sussidio e la formazione di atteggiamenti congrui, come caldeggiava Papa Francesco.
Come sta vivendo la parrocchia la fase 2?
Ho cercato una ripresa graduale: una messa al giorno anziché due; tre messe la domenica tutte al Sacro Cuore, anziché cinque e sparse nelle “ville …”
Sto invitando, con molta difficoltà, a cercare insieme il “perché” prima del “come” e “quando”.
In tutto questo non trovo, con un po’ di rammarico, un “pensare insieme” nel presbiterio cittadino e vicariale, pazienza!
Ciò che non ha intaccato il COVID19’ lo cambierà i processi in corso che ha evidenziati!
Si è posto, come in molte parrocchie, il problema della celebrazione della messa di prima comunione … dopo una concertazione con la parrocchia San Giuseppe di Paolantonio e tante chiacchiere sui social, in un incontro con i genitori, 12 famiglie su 34 la celebreranno il 13 settembre. I catechisti accompagneranno i giovani con un incontro settimanale.
Sei un componente del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Istituto Sostentamento Clero diocesano. Di cosa vi occupate in particolare? Ci sono iniziative in programma?
Il mio far parte del collegio e quindi anche dell’Istituto non è certamente una presenza di un competente ma di un prete che ricordi costantemente, che anche l’IDSC fa parte della vita della diocesi e quindi è un’opera pastorale. I fedeli, ancor più i cittadini, non conosco queste dinamiche ecclesiali ed ecclesiastiche e quindi fanno una grande confusione. Ma anche i preti sottovalutano il servizio che l’istituto fa alla diocesi. Basta vedere il non totale coinvolgimento alle due giornate di sensibilizzazione sia per le offerte deducibili, per la formazione dell’assegno per una vita decorosa dei preti che per la giornata di sensibilizzazione per l’8X1000.
Abbiamo partecipato all’approvazione del bilancio 2019. Tutto si svolge con molta competenza e responsabilità nel gestire i beni dell’Istituto. Sto partecipando ad un “grande gioco” dove il rispetto delle regole e dei procedimenti nella più grande trasparenza sono molto più importanti degli utili. Sembra un paradosso, ma basta pensare che l’utile dell’Istituto nazionale è sufficiente appena, nella composizione degli assegni per una vita decorosa dei presbiteri, a formare solo il 15%.
0 commenti