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Povertà San Benedetto, Don Alfredo Rosati: “Abbiamo assistito oltre 100 famiglie”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Se il tessuto sociale in questo periodo così difficile riesce a non lacerarsi è anche grazie al determinante contributo delle parrocchie che stanno aiutando chi ha particolarmente bisogno. Su questo fronte è impegnata la Parrocchia della Santissima Annunziata di Porto d’Ascoli. Ne abbiamo parlato col parroco don Alfredo Rosati.

La Parrocchia dell’Annunziata è diventata un importante punto di riferimento per le famiglie durante l’emergenza coronavirus. Come ha avuto inizio questa attività di solidarietà?
Abbiamo iniziato a partire dal martedì dopo pasqua. Don Francesco Ciabattoni nella Parrocchia Sacra Famiglia ha avuto tante richieste e abbiamo pensato di sostenerlo in maniera tale che quanti abitano a Porto d’Ascoli e nella nostra parrocchia si potessero rivolgere agevolmente anche a noi.

Ci puoi spiegare come vi siete organizzati?
Visto che non ci sono le celebrazioni, abbiamo utilizzato uno spazio della chiesa, allestendo dei banchi dove le persone possono portare i generi alimentari da condividere con i bisognosi. Qui dei volontari raccolgono pasta, olio, farina, zucchero e quant’altro. Il cibo viene poi messo in dei pacchi che vengono conservati nella canonica, dove un tempo viveva il parroco don Angelo, e distribuiti a chi ne ha bisogno. Dentro c’è un po’ di tutto e se poi le famiglie hanno delle richieste particolari cerchiamo di venire incontro alle singole necessità.

Concretamente come avvengono la raccolta e la distribuzione?
Tutti i giorni la mattina dalle 10.00 alle 12.00 avviene la raccolta, mentre dalle 16.00 alle 18.30 la distribuzione. Andremo avanti sicuramente fino al 3 maggio con questo ritmo, poi, se in chiesa potremo finalmente celebrare le Sante Messe, le attività di raccolta e smistamento saranno spostate nei locali della Caritas Parrocchiale. In tal caso sarà necessario variare anche il calendario di recezione/distribuzione.

Vi siete mossi anche in altri modi per far fronte alle necessità delle famiglie?
Sì, oltre alla generosità di quanti spontaneamente portano il cibo si aggiunge anche l’acquisto da parte nostra di generi alimentari, una spesa che possiamo fare grazie a dei fondi donati da dei benefattori. Ci sono arrivate diverse donazioni e chi volesse contribuire può farlo versando sul conto IT61R0876824401000000000057. Sempre grazie a questi fondi abbiamo distribuito dei buoni spesa da 10 euro per acquistare carne e frutta in dei negozi che si trovano in zona. Sono tante le persone che ci hanno aiutato: mi viene in mente, ad esempio, la generosità di una nostra parrocchiana, grazie alla quale abbiamo distribuito diversi buoni di 17 euro da spendere in macelleria.

Come è stato possibile organizzare tutto questo in così poco tempo?
Questo strumento di concreta solidarietà è stato realizzato grazie alla collaborazione fra due realtà già operative prima dell’emergenza coronavirus ovvero la Caritas Parrocchiale, ubicata nei locali della nostra parrocchia, e il Centro Solidarietà, sito in via Gronchi, di cui è responsabile Gianluca Pasqualini. Molto significativo è stato anche il contributo dell’Unione Inquilini che ha sede in via Cavour, in prossimità del “Comune Vecchio”.

Sono diverse le persone che si sono coinvolte e che si sono date da fare…
Sì, sia i volontari della Caritas che quelli del Centro Solidarietà hanno dato la loro disponibilità per fare dei turni e distribuire i pacchi. Ci sono anche persone che in questo momento per le misure prese dal governo non possono lavorare e quindi hanno deciso di dedicare il loro tempo agli altri, come ad esempio un papà ed una mamma ai quali in seguito si sono aggiunte altre persone.

Quante sono state le persone aiutate in questo periodo?
Grazie a questa mobilitazione, da quando abbiamo iniziato, ovvero il 14 aprile, ad oggi abbiamo assistito circa 100 famiglie. Bisogna costatare che a rivolgersi a noi non sono state solo le persone che sono in difficoltà e che già conosciamo e aiutiamo da tempo, ma anche diversi nuclei familiari che sono stati improvvisamente colpiti da situazioni di bisogno create dalla perdita del lavoro o dalla chiusura temporanea delle proprie attività.

Nicola Rosetti: