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La parrocchia di S. Giuseppe getta il cuore oltre l’ostacolo-Coronavirus

Padre Valerio in un frammento del video

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Comunità fa sempre rima con unità. Un’assonanza che neanche la forza del Coronavirus può spezzare. E anche se non è possibile stare fisicamente tutti insieme, c’è sempre un modo per restare uniti nel segno della Fede. Da questo punto di vista, alcuni esempi pratici e positivi ci sono arrivati dal gruppo parrocchiale di San Giuseppe. A marzo, con i divieti di assembramento già in vigore, si è comunque celebrata la ricorrenza patronale: ognuno nelle proprie case. Mentre l’opera dei catechisti è proseguita sulle piattaforme virtuali.

Ora è arrivata una nuova iniziativa: semplice ma importante. Un toccante video, sulle note del brano-inno della “resistenza civile” al Covid-19 (Andrà Tutto Bene di Nesli) con un collage di foto dei parrocchiani, fatte in occasione della recente Pasqua. Ognuno con un foglio su cui era stata scritta una porzione di una frase di Gesù, dal Vangelo secondo Giovanni: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno».

Nel video compare anche il parroco, Padre Valerio Valeri che, sul finire, ha un cartello con scritto “Il Cristo risorto possa farti sentire tutta la forza del suo amore, riempire il tuo cuore di pace e donarti la forza per proseguire il cammino verso un domani sempre migliore”.

Il significato di questa e delle altre iniziative portate avanti dalla parrocchia di S. Giuseppe in tempi di Coronavirus ci viene illustrato direttamente da Padre Valerio nelle righe che riportiamo qui di seguito, con cui il sacerdote si rivolge anche direttamente ai propri parrocchiani, parendo illustrando uno dei sintomi fisici del morbo, ossia la perdita del senso del gusto:

Dicono che il Coronavirus ti porta via il gusto, ma questo è solo l’inizio di una privazione, per tutti, di tutti i sensi. Non ci si può vedere, sentire, toccare, annusare…: “Ci mancate, ragazzi!” . Ci mancano tanto i volti e le voci, il chiasso e le beghe quotidiane, le nostalgiche confidenze ripetute degli anziani e le “sparate” del bambino saputello, le movimentate assemblee eucaristiche domenicali. Ci manca una comunità “in carne e ossa”! Ma voi ci siete!  Abbiamo fatto qualche povero e timido tentativo di supplenza relazionale per dirci: Ci siamo!  Le proposte  ai ragazzi e alle loro famiglie tramite i gruppi WhatsApp per suggerimenti culinari e liturgici, per un bacio virtuale e un augurio sentito…Sono vere, anche se limitate, esperienze di comunione.

Il foglietto parrocchiale via mail (reso presente anche nello sguarnito sito parrocchiale), carico di vignette per sorridere e meditare  e di qualche rimando a testi e siti, utili e importanti, per celebrare in casa, è  per dire siamo vicini, siamo legati. Se ci vogliamo mettere anche le messe celebrate dalla comunità religiosa (e magari anche le due celebrate dal parroco e trasmesse in TV) senza la vostra presenza fisica ma con il continuo ricordo di voi, dei nostri cari defunti, di tutti e di tutto; se vogliamo rendere presente le nostre due chiese aperte e la preghiera in esse vissuta, allora possiamo anche dire che  ci siamo accorti che con noi c’è Lui, la nostra speranza. Possiamo cantare con Nesli: “… se ci credi in fondo andrà tutto bene. Questo è l’inizio non è la fine… amo questa vita all’infinito, amo l’Infinito in questa vita… E’ perché lo sento, è perché lo sento, è perché lo sento”.

Marco Braccetti: