Da sinistra: il presidente Bruno Bernabei, col vice Marco Lorenzetti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Già di solito danno letteralmente il sangue per aiutare le piccole-grandi emergenze di tutti i giorni. Ora, con il dramma del Coronavirus sempre più sentito anche nel territorio della nostra Diocesi, il loro impegno si fa – se possibile – ancor più significativo. Sono gli uomini e le donne della sezione sambenedettese dell’Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue) guidati dal presidente Bruno Bernabei.

Con lui, abbiamo fatto il punto della situazione, iniziando dall’analisi di un trend che, nelle scorse settimane, ha interessato un po’ tutta la raccolta-sangue d’Italia. Ossia una generalizzata flessione delle donazioni, con un abbassamento delle scorte di “oro rosso”. Secondo Bernabei, anche nel nostro territorio ha seguito il trend nazionale: «Questo perché molti donatori avevano paura di contrarre il virus frequentando l’ambiente ospedaliero del centro trasfusionale. Va detto che per invertire questa tendenza abbiamo attivato una massiccia campagna di comunicazione e sensibilizzazione». L’obiettivo era far capire che gli spazi adibiti al prelievo del sangue erano (e sono) sicuri. «Una campagna alla quale i nostri volontari, sempre pronti alla mobilitazione, hanno risolto in massa – prosegue il presidente -. Sono arrivati a frotte per donare e così, nel giro di una settimana, abbiamo quasi del tutto recuperato gli ammanchi».

C’è però un altro problema con cui, attualmente, sono alle prese i donatori sambenedettesi. Ossia la chiusura del centro trasfusionale situato all’interno dell’ospedale civile Madonna del Soccorso. Una soluzione drastica, avvenuta di recente: ossia quando il nosocomio rivierasco è stato riconvertito a polo d’assistenza per i malati di Covid-19. «L’Asur sta allestendo un nuovo centro nei locali di via Romagna. Uno spazio leggermente più piccolo di quello precedente: con 4 postazioni per i donatori, a differenza delle precedenti 7 – ci fa sapere Bernabei -. Quindi ci si dovrà organizzare diversamente. Ora in via Romagna stanno facendo i lavori, dunque le donazioni a San Benedetto sono sospese. Credo che il nuovo ambulatorio potrebbe entrare a regime tra circa una settimana. Se i tempi per terminare l’allestimento dovessero allungarsi troppo, i nostri donatori potrebbero spostarsi presso il centro di raccolta-sangue di Pagliare. Ma questa è la soluzione più estrema che, al 99%, non servirà».

Ma i volontari Avis come stanno vivendo questo difficile momento? «Chi decide di donare sangue è di per sé una persona sempre molto altruista, preposta all’ottimismo e dinamica – risponde il presidente -. Sottolineo ancora che, come abbiamo lanciato l’ultima, recente, campagna di sensibilizzazione alla donazione, i volontari sono arrivati a frotte. Poi, certo, tutti noi viviamo un periodo non facile. Sulle persone incide molto la condizione lavorativa. Ci sono volontari imprenditori preoccupati per il futuro dei propri dipendenti e dell’azienda. Chi ha un impego a tempo indeterminato vive queste giornate con meno preoccupazioni, a differenza di chi, invece, ha contratti più precari.  La mia speranza personale è che, nel giro di due mesi, l’Italia possa finalmente uscire da questa emergenza».

Considerata la “serrata generale” imposta dal susseguirsi di decreti governativi e ordinanze locali, l’Avis ha anche sospeso tutte le attività sociali non essenziali: dunque riunioni, incontri e, soprattutto, i momenti di promozione della donazione di sangue che, generalmente, interessano anche le scuole. A tal proposito: salvo clamorosi e imprevisti stravolgimenti sul fronte dell’esame di Maturità, l’Avis intende assegnare senza problemi le 10 borse di studio (due per ciascuna scuola, del valore di 500 euro per il primo classificato e di 200 euro per il secondo classificato) rivolte agli studenti degli Istituti di Istruzione Superiore della città (Liceo Classico “Leopardi”, Liceo Scientifico Statale “Benedetto Rosetti”, Istituto Tecnico del Settore Economico e Liceo Linguistico “Augusto Capriotti”, Istituto Professionale Alberghiero  “Filippo Buscemi”, Istituto professionale di Stato Industria e Artigianato “Antonio Guastaferro”) che si diplomeranno nell’anno scolastico 2019/2020.

Secondo dati aggiornati al 2019, all’Avis San Benedetto sono iscritte 2323 persone di cui 1560 maschi e 763 femmine. Rispetto al 2018, il dato è salito di 226 soci: una bella soddisfazione per il presidente xx e compagni. Se divisi in fasce d’età, i primi sono i donatori fra i 46 e i 55 anni (682), seguiti da quelli fra i 36 e i 45 (490). Al terzo posto persone fra i 26 e i 35 (440), poi over 55 (426) ed infine i ragazzi dai 18 ai 25 anni (285).

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