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Il decennale di Arché a San Benedetto del Tronto

Di Maria Palma

Le imprese eroiche non hanno bisogno di applausi.
Non salgono sul podio.
Non si leggono in prima pagina.
Non si fanno incoronare.
Non vivono in castelli dorati.
Non vestono abiti costosi.
Non ostentano.
Sono silenziose.
Sono umili.
Sono modeste.
Vivono nei corridoi della consuetudine.
Dormono su letti improvvisati.
Si nascondono nei semplici gesti che sanno di buono.
Sono quelle che in un giorno qualunque regalano vita.
Sicurezza.
Pace.
Unione.
Condivisione.
Sono quelle che rendono nobile anche il più disperato essere vivente.
L’impresa più onorevole è quella di un aiuto.
Di un aiuto che salva dalla disperazione e dalla miseria del cuore.
Un aiuto che arriva all’improvviso per asciugare una lacrima.
Eroe di ogni tempo è colui che raccatta i sogni perduti, infranti e aggiustandoli ridà colore ad una speranza

Mi stavo accingendo a parlare del decennale di Arché a San Benedetto del Tronto, quando mi è capitato tra le mani questo scritto, di qualche tempo fa e mi è sembrato perfetto, sia per raccogliere il significato dell’appartenenza che il significato del convegno: “Il potere delle relazioni: Si sta vicini per rigenerare e non per ripetere il mondo che già c’è”, un mondo racchiuso in una frase, un impegno, prima di tutto, verso se stessi!
Dopo la prolusione di Ilaria Quondamatteo, responsabile di Arché a San Benedetto, il saluto del Sindaco Pasqualino Piunti, un momento distensivo con la musica circolare di Mauro Faccioli. I relatori, P. Bettoni il fondatore, a Milano, P.Silvano Nicoli l’importatore, a San Benedetto, appassionati ed appassionanti, hanno fornito ragguagli sulla nascita e sulle motivazioni della scelta.
La prof.ssa Sabrina Vici, psicologa e sociologa esperta in pluridipendenze, Marco Sgattoni docente all’Università di Urbino e ricercatore presso la Normale di Pisa, hanno trattato l’argomento da angolazioni diverse, con estrema chiarezza ma anche con estrema partecipazione. A chiudere, la presentazione del libro: “ Come la notte al giorno. Storie di vita di una casa accoglienza” con la presenza degli autori Ingrid Bianchetti, direttrice di Casa Accoglienza a Milano e Lino Latella, responsabile dell’Area Accoglienza di Arché. Ciliegina sulla torta una delle storie del libro interpretata, con grande pathos, dall’attrice locale Daniela Agostini. Altro momento qualificante, il riconoscimento, tramite pergamena personalizzata ad alcuni volontari, per il loro apporto prezioso ed insostituibile, nel corso degli anni. Grande afflusso di pubblico, partecipazione attenta ed attiva, in un’atmosfera di grande empatia, questo l’incontro dell’8 Novembre a San Benedetto del Tronto, finito con un momento conviviale in un’atmosfera cordiale e festosa.

Abbandoniamo i fragili baluardi di certezze stereotipate. Non costruiamo cenacoli di perbenismo ipocrita ed elitario, usciamo dai templi e sporchiamoci le mani. Non sprechiamo le nostre energie in critiche impietose, non erigiamoci a censori inflessibili se non di noi stessi, lasciamo aperto uno spiraglio… lasciamoci cogliere da un dubbio… perché il dubbio porta sempre un po’ di umanità da qualche parte.

Una ricchezza nostrana

La “Fondazione Arché Onlus” (di seguito, per brevità, ‘Fondazione” o “Arché”) nasce nel 1991 come Associazione per dare una risposta all’emergenza dell’HIV pediatrico, ma nel tempo ha ampliato il suo campo d’azione per rispondere anche a nuove situazioni di sofferenza in cui il minore è protagonista, trasformandosi poi in Fondazione. La missione
di Arché consiste nel prendersi cura del nucleo “mamma e bambino’ con disagio sociale e fragilità personale, con l’obiettivo di accompa-
gnarlo nella costruzione dell’autonomia sociale, abitativa e lavorativa. Per la realizzazione della missione la Fondazione opera, secondo una
focalizzazione territoriale, su più linee di intervento che riguardano:
• L’accoglienza del nucleo in strutture protette.
• L’housing, ovvero l’inserimento del nucleo in appartamenti in  semiautonomia.
• L’avviamento delle mamme al lavoro e alla professionalizzazione.
• La prossimità in ospedale e a domicilio, come supporto psico-socio-educativo.
• L’educazione alla cittadinanza attraverso seminari, interventi nelle scuole e laboratori.
Attraverso l’impegno di volontari e operatori, presenti con i progetti  gestiti a Milano, Roma e San Benedetto del Tronto, la Fondazione favorisce la cura dei legami famigliari più fragili e lo sviluppo di una comunità più coesa e matura, perché crede che l’azione del singolo possa contribuire alla realizzazione di una cittadinanza attiva e solidale.

Redazione: