Si alza il livello degli scontri in Bolivia e dai vescovi arriva un nuovo accorato appello alla pace. Ieri a Sacaba, nella provincia del Chapare, a est di Cochabamba, roccaforte dei “cocaleros” rimasti fedeli all’ex presidente Morales, sono morte otto persone negli scontri con la Polizia. Proprio Sacaba, assieme a El Alto (l’agglomerato che sovrasta La Paz) e la zona a nordovest di Santa Cruz de la Sierra, è la località dove si concentrano maggiormente le proteste dei manifestanti filo Morales.
La segreteria generale della Conferenza episcopale boliviana (Ceb), nell’esprimere vicinanza e solidarietà ai familiari e preghiera per le vittime, rivolge “un urgente appello a cessare gli atti di violenza. La vita un grande dono di Dio e non possiamo disporre di essa”.
I vescovi esortano anche “il Governo nazionale a evitare eccessi di violenza contro i manifestanti e a chiarire rapidamente le responsabilità di tutte le vittime mortali di queste settimane” e “i movimenti sociali a manifestare le loro richieste senza violenza e senza minacce per la vita della gente. A coloro che guidano i gruppi di manifestanti chiediamo responsabilità verso il Paese e di promuovere azioni di pace”.
A tutti la richiesta accorata di “dare segnali di disponibilità per risolvere, attraverso il dialogo, le differenze che ci dividono”, per poter andare a elezioni libere e trasparenti.

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