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Sorelle Clarisse: “Dio è parte della nostra vita”

DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.

Israele è in pericolo, ci racconta il libro dell’Esodo: il nemico, Amalek, gli ha dichiarato guerra.

Cosa fare? «Mosè disse a Giosuè: “Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalek”».

Ma, sappiamo bene anche noi come Mosè, che non è facile affrontare le sfide quotidiane che la vita ci pone davanti. È troppo grande il mistero della vita perché possiamo camminarci dentro solo con i nostri limiti, le nostre fragilità, la nostra umanità, i nostri orizzonti.

Continua, infatti, Mosè: «Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio […]. Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalek».

Non è magia, non è la certezza da parte di Mosè e di tutto il popolo che Dio compirà l’ennesimo miracolo ma la consapevolezza e la necessità di affidare la propria vita, le proprie azioni, i propri pensieri a chi questa vita me l’ha donata e la conosce bene!

«Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra». Il nostro aiuto, dice il salmista, viene dal Signore, è Lui il nostro custode, la nostra ombra, lui sta alla nostra destra e non lascerà vacillare il nostro piede. Questa sicurezza genera la preghiera continua al Signore, quel «pregare sempre, senza stancarsi mai» di cui ci parla Gesù nel Vangelo.

È il gridare giorno e notte a Colui che può dare senso e pienezza ad ogni nostra azione e a tutta la nostra esistenza.

Pregare incessantemente: non per implorare, non per supplicare ma per dialogare, parlare perché Dio è parte della nostra vita, e con Lui questa vita vogliamo viverla!

Noi facciamo la nostra parte ma, questa parte, la rimettiamo fiduciosi nelle mani di Colui che solo può valorizzarla, innalzarla, vivificarla, completarla, portarla a pienezza!

E se la fatica della vita si fa sentire, Dio ci affianca anche i fratelli, gli uomini e le donne che incontriamo sul nostro cammino, la comunità di cui facciamo parte perché, insieme, possiamo sostenerci e aiutarci. Proprio come Mosè: «Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole».

«Ti scongiuro…annuncia la parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento». Fate partecipi tutti, ci chiede infine San Paolo, della bellezza di camminare nella vita certi della presenza di quella Parola che, sola, può darci protezione, sicurezza, slancio.

Non lasciamoci sfuggire la grazia di ascoltarla e farla nostra ogni giorno, è un’occasione unica e irripetibile ogni volta, capace di far battere di vita tutto ciò che siamo, cuore, anima, mente, corpo!

Redazione: