“Non è vero, come dice il documento europeo, che il processo di Norimberga ha segnato il definitivo riconoscimento delle responsabilità naziste e la punizione dei colpevoli, come dimostra una discussione vastissima e ancora aperta su tali responsabilità che dura da quasi settantacinque anni – sottolinea lo storico -. E, anche se fosse vero, non si possono dimenticare la strage di matrice nazista compiuto a Utoya nel 2011, quella di quest’anno in Nuova Zelanda da Brenton Tarrant che si è radicalizzato visitando le memorie del nazismo e ha definito se stesso un eco-fascista, la sorprendete ricomparsa di aggressivi gruppi dichiaratamente fascisti in Italia e così via”. Soprattutto, per Giovagnoli, “non si può ignorare che l’antisemitismo di matrice fascista è anche oggi molto forte e diffuso”. Ecco perché nessuno può negare l’urgenza anche di “sensibilizzare, effettuare valutazioni morali e condurre indagini giudiziarie in relazione ai crimini” del nazismo insieme a quelli del comunismo, anzitutto “per informare ed educare le nuove generazioni, spesso all’oscuro degli effetti devastanti di tutti i totalitarismi di ieri e di oggi”. Ai giovani, conclude il professore, “siamo infatti debitori di un superamento delle logiche di parte, di una piena purificazione della memoria, di una sincera condanna di tutte le violenze del XX secolo al di là di riserve mentali, giustificazioni implicite, comparazioni sospette. Hanno infatti diritto alla possibilità di non commettere più gli errori e gli orrori delle generazioni precedenti”.