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La comunità di Acquaviva ha ringraziato Don Alfredo, Mons. Gestori: “Hai servito con amore e carità”

ACQUAVIVA PICENA Don Alfredo Rosati sabato 14 e domenica 15 settembre ha salutato la comunità di Acquaviva Picena, in modo particolare durante la Messa delle 19:00, dove c’è stata anche la benedizione dei diari scolastici.
Dopo la lettura del Salmo 125, nell’omelia don Alfredo ha detto: “Sembra un sogno essere qui, sapendo che sto celebrando il Giorno del Signore, l’ultima domenica da parroco di san Niccolò, con voi carissimi fedeli ed amici. Non voglio dire che non sia vero, ma come abbiamo ascoltato nel Salmo 125 – che mi è venuto in mente mentre pensavo a questo momento, – il sogno rappresenta la reazione pienamente umana alla manifestazione dell’opera di Dio, che supera ogni nostro desiderio e ci prospetta un futuro diverso. Quindi oggi vi invito a di unirvi al sogno di Dio che vuole un popolo libero per servirLo.

Il mio desiderio, fino al 9 giugno, era ed è sempre stato per dieci indimenticabili anni, quello di continuare ad essere il vostro semplice parroco, per il vostro bene. Tuttavia nella mia vita ho potuto constatare come i miei pensieri non sono sempre i pensieri del Signore e così ho cercato di seguirLo, accogliendo la Sua volontà e facendola mia come potevo e sempre con gioia.
Con voi ho imparato a conoscere questo bellissimo paese, con le sue forme, i suoi colori, i suoi sapori, i suoi rumori, rimanendo ogni volta rapito e stupito dagli ampi orizzonti, che da qui fanno ammirare più da vicino le grandi opere del Creatore e Signore di tutte le cose. Soprattutto ho imparato a conoscere voi, persone che qui siete nate, ma anche quelle che, come me, qui sono arrivate per mille strade e mille modi diversi. Grazie per avermi accolto e aiutato a fare il parroco.
Insieme, seguendo la voce dello Spirito Santo, abbiamo cercato di capire come meglio servire questa nostra Chiesa, portando avanti quanto di buono c’era ed iniziando nuovi percorsi per ravvivare la fede di tutto il popolo. Siamo cresciuti insieme, io nel sacerdozio ministeriale, voi nel senso di appartenenza alla Comunità, ma anche aperti alla imprescindibile dimensione diocesana, senza la quale non avrebbe senso l’esistenza di una Parrocchia. A partire dal sinodo diocesano, poi con l’avvento di papa Francesco e le nuove indicazioni della Chiesa Italiana e diocesana, abbiamo anche noi tentato di avviare un processo di rinnovamento dell’azione pastorale. A volte si è trattato di approfondire e rafforzare le iniziative esistenti, a volte di allargare i confini della nostra azione, per raggiungere le periferie geografiche ed esistenziali che ben conosciamo e che rappresentano il campo futuro dove gettare il seme della Parola che salva. Ringrazio il Consiglio Pastorale con il quale abbiamo condiviso i primi passi di questo nuovo percorso e che avrà ancora un anno per continuare su questa strada, aprendosi alle sollecitazioni dello Spirito Santo. Posso testimoniare che non ci siamo mai arresi alle difficoltà di ogni genere, cercando sempre di leggere gli eventi alla luce della storia della salvezza, di cui solo il Signore conosce i tempi e i modi per ciascuno dei suoi figli. Ringrazio quanti mi hanno testimoniato l’amore per questa Comunità, dandomi fiducia e protezione, coraggio e consigli, sopportando le mie insistenti richieste di maggiore impegno, ma anche perdonando le mie umane debolezze. Da parte mia ho cercato di far sentire tutti quelli che ho incontrato, anche solo per una semplice occasione, come un tassello prezioso del mosaico che esprime la realtà di questa Parrocchia. Chiedo scusa se non ho dato a tutti aiuto e ascolto concreto e se non sono riuscito a comprendere e farmi comprendere. Tuttavia il Signore ci ha dato tutto il tempo necessario per smussare i nostri caratteri, aiutandoci ad accoglierci gli uni gli altri in vista del bene superiore che è la santità del suo popolo. Come il figlio prodigo della Parabola della misericordia, anch’io ho fatto un lungo viaggio al termine del quale mi sento cambiato in meglio, riconciliato con me stesso, con Dio e con voi. La mia casa – come diceva uno sposo qualche domenica fa nel giorno del suo matrimonio – è nel mio cuore.
È una casa viva, perché piena dei vostri volti; è una casa bella, perché adornata del vostro servizio sacerdotale e profetico; è una casa vera, costruita con la semplicità della vostra fede, per molti di voi provata dagli eventi tristi della vita; è una casa protesa verso il futuro di Dio, colorato delle vostre preghiere. È la casa del Re dei re, sempre in festa, anche oggi. Grazie per le manifestazioni di affetto sincero che dal 21 giugno, giorno in cui vi comunicai la mia destinazione in una nuova parrocchia, mi hanno aiutato a fare memoria di tutto il bene che ha fatto il Signore per noi. Nei giorni successivi, mentre vivevo l’esperienza dell’Oratorio estivo, provavo anche un senso di smarrimento e mi domandavo quale era la mia casa; ma poi ho capito che il Signore non mi chiedeva di lasciare una casa per un’altra, ma di continuare a servirlo lì dove vuole. La mia casa è il suo popolo e so che potrò contare sempre su di voi e sulla bontà delle relazioni instaurate per continuare a credere, amare, gioire, sperare in ogni giorno della mia vita. quindi oggi non dobbiamo essere come il figlio maggiore della Parabola, che se ne sta imbronciato e in disparte, chiuso in sé stesso, non volendo accettare la gioia del Padre che lo prega di capirLo e lo invita a condividerla. Sono invece certo che continuerete la vostra collaborazione con il nuovo parroco e amico don Pierluigi, non facendogli mancare l’affetto, la stima e la preghiera, oltre gli aiuti necessari, che avete dato a me. Sarà questo il vostro regalo che più gradirò, perché così capirò che non abbiamo faticato invano e camminato o addirittura corso per vie che non erano del Signore. Ringrazio il nostro Patrono S. Niccolò. Non lo conoscevo, ma adesso lo sento mio amico e continuerò a pregarlo, cercando di imitarne la forza, la dolcezza e la carità. L’Addolorata ci consoli e volga il suo sguardo materno sulle nostre piccole e grandi croci; sappiamo che se una spada trafigge il nostro cuore è per renderci partecipi della vita del suo Figlio Gesù, l’eterno e il solo necessario.

Aiutaci Maria, a custodire la memoria della misericordia di Dio; insegnaci a perdonarci gli uni e gli altri, forma in noi un cuore capace di accogliere e condividere. Spalanca le finestre della nostra vita alla speranza di un mondo nuovo che tutti, insieme a te, siamo chiamati a costruire, non con il lievito vecchio della rivalità, ma con gli azzimi nuovi della fraternità che sgorga dal cuore di Cristo. Di cuore, vi benedico”.

Le suore del convento di Acquaviva del Piccolo Fiore di Betania hanno detto: “Carissimi, noi suore Jolinta, Alfonsina, Elvira e Pramila, ringraziamo Dio nostro Padre per il prezioso dono di don Alfredo, nostro parroco, con cui abbiamo vissuto questi dieci anni ad Acquaviva. Sì, don Alfredo per noi sei stato un paterno pastore, una sicura guida e un amorevole padre spirituale. Abbiamo appreso da te tante cose buone sia per la nostra vita di fede e la spiritualità e sia nel servizio alla comunità, facendo tesoro dei suoi consigli nella puntualità, l’attenzione, l’ordine. E nel ringraziare Dio offriamo a te don Alfredo la nostra gratitudine, chiedendo al Signore di ricompensarti per tutto. T’affidiamo alle mani di Maria Santissima e pregheremo affinché ti stia accanto nella tua nuova missione. Grazie di nuovo per tutto quello che hai fatto per ognuna di noi e per mostrarti la nostra gratitudine, ti preghiamo di accettare questo piccolo ricordo. Di nuovo grazie infinite”. Le suore hanno consegnato una collana a don Alfredo che in India significa “onore”.

Padre Luigi, priore del convento dei Frati Agostiniani Scalzi di Acquaviva Picena, a nome dei confratelli ha detto: “Caro don Alfredo, adesso è il nostro turno, noi frati agostiniani abbiamo sempre collaborato felicemente per tutti questi dieci anni, non c’è stato mai uno screzio tra di noi. Sei stato un valente collaboratore e sicuramente ci mancherai. Ti auguriamo di trovare nella tua nuova parrocchia tutto il bene che meriti, tutto quel bene che hai dispensato sul nostro convento e su tutta la comunità di Acquaviva. Buon cammino sulla strada che il Signore ha tracciato per te”.

Il sindaco Pierpaolo Rosetti ha detto: “Ti saluto don Alfredo da parte di tutta l’Amministrazione Comunale di Acquaviva. Con il Comune hai collaborato in tantissime occasioni, molti sono gli aneddoti che potrei citare, innumerevoli, ma io ne ricordo uno fra tutti: la festa del santo Patrono. Per san Niccolò sei riuscito a fare quasi un miracolo, hai deciso di far partecipare ai festeggiamenti tutte le associazioni presenti in Acquaviva e loro hanno accettato di collaborare insieme, non è facile riuscire a fare quello che hai fatto tu. È stato un evento più unico che raro. Bravo don Alfredo. Se dovessi mettermi a raccontare tutte le belle cose che hai fatto mi servirebbe molto tempo, ne posso però citare un’altra: una Messa che durò più di due ore con tanto di filmino finale, ma ricordo che nessuno lasciò la chiesa prima che tutto fosse finito, perché tu eri riuscito a farci gustare quel tempo trascorso insieme, così tanto, che non ci eravamo accorti del tempo che passava. Quando ti ho conosciuto non ero ancora sindaco, ti conobbi in occasione del battesimo di mio figlio, che eri un prete speciale me ne accorsi già in quell’occasione. Cosa altro dirti don Alfredo? Che l’atmosfera è velata di commozione non serve dirtelo, te ne sei accorto da solo, io da parte mia posso concludere dicendo: con te non se va solo un prete, con te se ne va soprattutto un amico”. Grazie don Alfredo”.

Janet, membro del Consiglio Pastorale, a nome della comunità acquavivana ha detto: “Caro don Alfredo, oggi la nostra comunità si è riunita intorno a te per celebrare il giorno del Signore e per ringraziarLo del dono di questo periodo che tu hai vissuto con noi. Sono passati dieci anni da quando ti abbiamo accolto, qui ad Acquaviva; il percorso fatto insieme è stato lungo e tanti sono i ricordi belli e simpatici: con te abbiamo iniziato le esperienze dell’oratorio estivo, abbiamo organizzato la cena per gli anziani in chiesa, le cene quaresimali, abbiamo fatto gite parrocchiali, campi scuola e altre iniziative. La tua testa sempre piena di idee da mettere in ordine, idee per ravvivare questa comunità e coinvolgere in ogni modo possibile bambini, ragazzi e adulti. Non sono mancate le incomprensioni o le discussioni nell’organizzazione delle varie attività, ma sono elementi che fanno parte delle dinamiche di un gruppo di persone che lavorano al meglio al servizio della comunità. Rimarranno nella nostra memoria i tuoi repentini cambiamenti di programma: spesso l’unica cosa prevedibile, per noi, è stata la tua imprevedibilità, ma alla fine la vita è imprevedibile di per sé, e quindi, in un certo senso, con il tuo modo di fare ci hai forgiato ad affrontare l’inaspettato e ci hai preparati ad essere pronti a tutto. Ci mancheranno la tua voglia di scherzare, la tua spontaneità, la tua generosità, il tuo spirito innovatore, la tua cura e il tuo gusto nell’allestire l’ambiente in occasione degli incontri con la comunità e delle varie celebrazioni. Non ci mancheranno i tuoi avvisi a fine Messa… Questo è il momento del saluto, non di un addio, non parti per la guerra, ma per una nuova parrocchia che si trova a pochi chilometri da qui e non mancheranno sicuramente occasioni per rivederci, salutarci e parlare un po’. Noi cercheremo di essere terreno fertile per il seme che hai piantato in questi anni e pregheremo per te affinché il tuo ministero possa “profumare di gregge”, affinché tu possa condurre il popolo della nuova parrocchia, che il vescovo Carlo ti ha affidato, sui sentieri della fede, della speranza e della carità. Buon cammino, caro don Alfredo”.

Il vescovo emerito Sua Eccellenza Monsignor Gervasio Gestori ha salutato don Alfredo dicendo: “Caro don Alfredo, le numerose persone presenti sono la dimostrazione di quanto tu sia riuscito a servire con amore e carità, il popolo che il Signore dieci anni fa ti ha affidato. Io voglio salutarti con due parole: grazie e auguri. Grazie per avermi accolto in questa parrocchia quando decisi di venire ad abitare ad Acquaviva, grazie per tutto il bene che hai fatto e sono sicuro che stasera qui ognuno di noi ha qualcosa per cui ringraziare don Alfredo. Auguri, che tu possa trovare parrocchiani che ti vogliono bene così come te ne vogliono questi di Acquaviva e che tu voglia bene a loro come hai voluto bene a questi della parrocchia di san Niccolò”.

Patrizia Neroni: