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“Tempi di aratura” a Cupra Marittima

Di Patrizia Neroni

CUPRA MARITTIMA – A Cupra Marittima domenica 28 luglio dalle ore 19:00 si svolgerà “Tempi di aratura”, manifestazione giunta all’XI edizione.
Fabio Vagni, Simonetta Salvatori e Roberto Spinozzi invitano tutti a partecipare ad un evento che nello stesso tempo vuol far conoscere ai più giovani le tradizioni del territorio e ai più adulti, riportare alla memoria bei ricordi legati all’estate contadina.
Fabio ci ha spiegato come è nata questa manifestazione: “ Io con alcuni miei collaboratori, tutti appassionati di trattori, abbiamo deciso all’inizio di organizzare una  mostra di trattori cingolati, perché questa tipologia di trattori è quella più usata vista l’asprezza delle nostre colline.
Questa nostra manifestazione, che si svolgerà in contrada S. Michele a circa 4/5 km da Cupra Marittima presso una vasta area che si potrà raggiungere sia con la macchina che con un bus navetta, vuole mettere in primo piano una civiltà che sta scomparendo e portando via con sé tante ricchezze e tanto sapere, vogliamo approfondire questo aspetto del passato che ancora oggi continua ad affascinare e per questo io e i miei collaboratori ci siamo impegnati a cercare oggetti, suppellettili, abiti, mobili, ricette antiche  e quant’altro possa riportare i presenti, come su una macchina del tempo, indietro fino agli anni cinquanta/ sessanta.
Vorremmo poi, mostrando i lavori e la giornata tipo dei contadini, omaggiare le tante donne e uomini che con pazienza e costanza seppero resistere al freddo e alla fame creandosi da soli attraverso legno, paglia e altro, tutto quanto servisse alla loro vita.
La vita contadina era in sinergia con l’ecologia, la terra veniva coltivata e rispettata, non sfruttata.
Le novità di quest’anno sono due, una è la possibilità di una cena “sotto le stelle”.
Abbiamo allestito un angolo verde sempre con arredamento tipico dell’epoca, per questa cena occorre la prenotazione. Altra novità riguarda la mostra di macchine movimento terra vintage. Queste macchine raccontano la storia dell’automazione contadina, ma raccontano anche la storia di tanti ragazzi e famiglie. Per realizzare questa nostra manifestazione ci siamo avvalsi dell’aiuto del prof. Ferri e di tanti uomini che ci hanno raccontato quale era la vita negli anni cinquanta/sessanta, da queste testimonianze, per noi preziosissime, è venuto fuori che i ragazzi che venivano chiamati per il servizio militare appena giunti a casa raccontavano di aver visto lavorare la terra, non più con attrezzi trascinati dai buoi, ma dai trattori. Il Consorzio Agrario collaborava affianco alla civiltà contadina, in questo momento di trasformazione, nascevano le scuole di “Introduzione al lavoro” e le scuole che insegnavano a guidare i vari tipi di trattori e consegnavano i patentini. La stessa Fiat che produceva le macchine agricole collaborava con il Consorzio Agrario.

Noi esporremo anche una mostra fotografica per riassumere i profondi cambiamenti e la meraviglia che vissero i contadini in quel periodo. Il momento dell’aratura, della trebbiatura e tutto il resto hanno segnato un’epoca ed ora è bene mantenerla viva nelle nostre tradizioni. Io ringrazio tutti quelli che hanno collaborato alla riuscita dell’evento e invito tutti a partecipare, la serata sarà allietata anche da un momento musicale curato da Alessandro Biocca”.

Il prof. Ferri ha detto: “Io ho curato la parte dei racconti, ho realizzato i testi in dialetto dell’epoca ed in modo specifico quello di questa zona, perché tengo a precisare che ogni paese ogni vallata aveva il suo dialetto, in modo non profondamente marcato, ma comunque diverso. Il dialetto che  ho voluto far conoscere non è quello che si pensi oggi, cioè non  l’imperfetto italiano, ma una serie di  parole, di costruzione della frase che sta scomparendo. Ho provato a fare leggere a dei ragazzi alcuni miei testi dialettali e hanno trovato difficoltà a leggerli. La civiltà contadina era mal considerata, subivano soprusi e ora si sta recuperando questa tipologia di uomini e donne che erano votati al lavoro, al rispetto, che venivano lasciati soli a difendersi e che venivano considerati ignoranti, si pensi invece a quanta ricchezza d’ingegno possedevano. La civiltà contadina era pressoché autosufficiente, si era pronti a fare qualunque lavora la situazione richiedesse: l’agricoltore, il veterinario, il meccanico, il fabbro, il falegname, il pastore, il commerciante e via dicendo, uomini e donne pronti a sopperire alle necessità della famiglia. Queste manifestazioni sono una rivalsa per chi è stato sottovalutato”.

Per info e prenotazioni il numero a disposizione è quello della signora Luana 333/9575101

 

Patrizia Neroni

Redazione: