Dolore per l’uccisione di tre bambini a seguito di un attentato avvenuto ieri nella città di confine di Afrin, a nord della Siria. Lo esprime l’Unicef precisando che “questo attacco arriva quando la violenza si sta intensificando in diverse parti del paese dilaniato dalla guerra”. “Nei giorni scorsi – afferma Geert Cappelaere, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa – abbiamo ricevuto notizie che altri bambini sono stati uccisi nei combattimenti nella provincia siriana di Idlib, nel nord-ovest della Siria. Risulta che altri tre bambini sono stati uccisi a causa di una mina esplosa a Damasco Rurale”. “Dall’inizio dell’anno – prosegue – sono stati uccisi più di 140 bambini. I numeri continuano ad aumentare rapidamente. I bambini vengono uccisi in Siria ogni giorno. La guerra ai bambini in Siria è tutt’altro che finita. L’attacco di ieri è avvenuto a meno di 100 metri di distanza da una scuola sostenuta dall’Unicef”. In tutta la Siria, “una scuola su quattro non può più essere utilizzata a causa della guerra. L’anno scorso abbiamo registrato il maggior numero di attacchi alle strutture scolastiche e al personale dall’inizio della guerra nel 2011. I bambini non sono un bersaglio. Le scuole e il personale docente non sono un bersaglio”. “Uccidere bambini è una grave violazione. Coloro che uccidono i bambini – il monito di Cappelaere – saranno ritenuti responsabili. Tutti stanno perdendo in questa guerra lunga otto anni. Chi ha perso più di tutti, tuttavia, sono i bambini della Siria”.

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