DIOCESI – «Non ci bastano il pane e il vino materiali, abbiamo bisogno di altro: si può, infatti, mangiare e bere a sazietà, magari anche più del necessario, e mancare di vitalità». Lo ha detto il vescovo Carlo Bresciani, nell’omelia pronunciata durante il rito del Corpus Domini, onorato giovedì sera. Un rito solenne e suggestivo che ha coinvolto centinaia di persone tra fedeli, rappresentanti dell’associazionismo cattolico (come Unitalsi e Guardia d’onore del Santissimo Sacramento) insieme ai bimbi della Prima Comunione,  sacerdoti, suore e autorità locali. Gremita la basilica Santa Marina della Marina, dove verso le ore 21 monsignor Bresciani ha celebrato la Santa Messa, animata dal Coro della Cattedrale.

Terminata la funzione, l’Ostensorio con l’ostia consacrata è stato portato in processione alla presenza, tra gli altri, del sindaco Pasqualino Piunti e del comandante della Capitaneria di porto, Mauro Colarossi. Con la polizia municipale impegnata a gestire la viabilità e la presenza discreta di carabinieri e agenti della polizia di Stato, il corteo è partito da piazza Nardone, per attraversare alcune delle principali arterie cittadine, come le vie pizzi, Gramsci e Crispi.

Un cammino scandito dalla preghiera, terminato presso la chiesa dei Padri Sacramentini, dove monsignor Bresciani ha impartito la benedizione eucaristica. Il senso di questo cammino di fede era stato illustrato pochi minuti prima dal vescovo, sempre nel corso della sua omelia:

«Non è trionfalismo – le parole di monsignor Bresciani – non è ostentazione, non è volontà di occupare spazi o cose di questo genere, è invece dire al mondo la nostra volontà di offrire il poco della nostra opera per il bene del mondo, della nostra città, consapevoli certo della sua pochezza, ma consapevoli anche che la offriamo con lo spirito di Cristo e che è attraverso questo spirito che si rigenera la Chiesa e la società, e che la Chiesa continua ad essere anche oggi fermento di salvezza dentro questo mondo».

Molto toccante la fase preparatoria della processione, quando il vescovo ha accolto tra le sue mani l’Ostensorio, stringendolo a sé, quasi in un tenero abbraccio. Una rappresentazione “plastica” dei concetti espressi poco prima in omelia, quando il monsignore aveva sottolineato come l’opera di Dio, quindi, passa attraverso l’opera dell’uomo: «Non basta la volontà di Dio di salvare l’umanità attraverso Gesù Cristo, se noi non collaboriamo con lui con il poco che abbiamo».

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