Migliaia di famiglie sono fuggite dalla zona nord di Hama verso villaggi e città a ridosso del confine con la Turchia, ma hanno dovuto cercare rifugio nei campi e lungo le strade perché i campi profughi sono ormai sovraffollati.
Secondo le Nazioni Unite, gli attacchi aerei e i bombardamenti concentrati su alcune zone del nord ovest della Siria hanno danneggiato 18 strutture sanitarie, che assistono più di 200.000 persone, e hanno ucciso 4 operatori che prestavano servizio. Più del 65% delle scuole ad Hama hanno dovuto chiudere e l’escalation delle violenze ha impedito a 250.000 studenti di sostenere gli esami finali perdendo così l’intero anno di scuola.
“Gli attacchi sui civili sono illegali e le parti in conflitto hanno l’obbligo di evitarli. Intere famiglie con tanti bambini raccolgono quel poco che hanno e si dirigono su mezzi affollati verso nord, senza sapere dove potranno trovare riparo. Queste scene drammatiche si sono ripetute senza sosta in 8 anni di conflitto. Abbiamo assistito in continuazione a queste scene drammatiche e i civili stanno pagando il prezzo più alto,” ha dichiarato Sonia Khush, direttrice di Save the Children per la Siria.
“Chiediamo a tutte le parti in conflitto di rispettare il diritto umanitario internazionale e la normativa a tutela dei diritti umani. Devono essere predisposti i meccanismi necessari perché i colpevoli dei crimini contro i civili, in particolare coloro che compiono gravi violazioni contro i bambini, siano perseguiti. Scuole, ospedali e altre infrastrutture civili devono essere protette dagli attacchi. I bambini sono particolarmente vulnerabili alle armi esplosive e le parti in conflitto devono fare ogni sforzo per proteggerli”.
Save the Children è presente sul campo con i propri partner distribuendo cibo e beni essenziali alle famiglie che sfuggono dalle violenze. Per fermare le sofferenze che i bambini continuano a patire nei Paesi in conflitto, Save the Children ha dato il via alla campagna globale “Stop alla guerra sui bambini”.