Il Venezuela sta vivendo ore convulse dalla prima mattinata di oggi, quando il presidente autoproclamato Juan Guaidó è apparso nella base militare di la Carlota, nel centro di Caracas, assieme a Leopoldo López, leader dell’opposizione da tempo agli arresti domiciliari e ad alcuni militari passati dalla sua parte. Erano stati in precedenza proprio i militari a liberare López. Successivamente, Guaidó ha parlato al popolo sceso in piazza Altamira, invitando a “stare in strada senza ritorno, fino alla fine dell’usurpazione”. In pratica uno stato di agitazione permanente, che si è già diffuso anche ad altre città venezuelane. Nel frattempo, Nicolas Maduro ha annunciato che è in atto “un tentativo di golpe militare” e la parte di esercito a lui fedele sta reprimendo i manifestanti. La comunità internazionale sta seguendo gli sviluppi della situazione e i ministri degli Esteri del Gruppo di Lima (i Paese latinoamericani che riconoscono la presidenza di Guaidó, tra cui Brasile, Argentina, Colombia, Perù e Cile) si incontreranno oggi pomeriggio (ora locale). Il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani, Luis Almagro, ha dichiarato: “Salutiamo l’adesione dei militari alla Costituzione e al presidente incaricato del Venezuela, Juan Guaidó. E’ necessario il più pieno rispetto del processo di transizione democratica in forma pacifica”.

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