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Vescovo Bresciani: “Imparate a vedere nella tenerezza di vostra moglie, o di vostro marito, la tenerezza di Dio”

Di Marco Braccetti

DIOCESI – “Imparate a vedere nella tenerezza di vostra moglie, o di vostro marito, la tenerezza di Dio: Creatore di tutti gli uomini e di tutte le donne”. Ecco uno dei passaggi più significativi dell’omelia pronunciata dal vescovo Carlo Bresciani nel corso della messa celebrata domenica pomeriggio presso il centro Biancazzurro.

La funzione ha chiuso l’incontro sul tema “Sacramentalità della tenerezza nuziale“, organizzato dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare.

Coordinato dai coniugi Marco e Anelide Mori, l’incontro ha visto la partecipazione di ben 91 persone (mariti, mogli e tanti bimbi) arrivate un po’ da tutto il territorio diocesano e anche da fuori. La giornata è stata caratterizzata dalle relazioni di Mons. Carlo Rocchetta, responsabile della “Casa della Tenerezza” di Perugia, affiancato da coniugi provenienti da quella realtà umbra. La giornata si è sviluppata tra nozioni teoriche, laboratori pratici e consigli per vivere il matrimonio come reale testimonianza di fede.

Un esempio? “Al momento di ricevere la Comunione – ha detto Mons. Rocchetta – le coppie di sposi possono avvicinarsi all’altare mano nella mano, perché loro rappresentano la realizzazione stessa dell’Eucarestia”. Un consiglio che è stato subito messo in pratica da diverse persone durante la successiva celebrazione ed è stato particolarmente emozionante vedere coppie, anche non più giovanissime, procedere fianco a fianco, con le dita dell’uno strette in quelle dell’altra. “Sarà la tenerezza a salvare il mondo – è la tesi del sacerdote umbro -. Ricordiamoci che Cristo muore a braccia aperte, perdonando i suoi aguzzini e pronto ad un salvifico abbraccio rivolto a tutti noi”.

Commentando il Vangelo del giorno (le Nozze di Cana) il vescovo Bresciani ha sottolineato come quel passaggio della vita di Gesù s’inseriva bene nel tema della giornata: «Il mancato invito di Gesù a quelle nozze avrebbe comportato una festa non riuscita, nonostante fosse stata preparata molto accuratamente. Il senso profondo è la preparazione delle cose materiali non può bastare, senza la presenza di Cristo la festa della nostra vita resta incompiuta”. La domanda, dunque, è come invitare quotidianamente il Signore nella propria vita? Per gli sposi, la risposta può  arrivare anche attraverso l’amore e il rispetto del proprio coniuge.
“Nel vivere il sacramento nuziale – ha detto Mons. Rocchetta – gli sposi cristiani hanno un dono importante: più si amano tra loro e più amano Dio e viceversa. Un interscambio animato dalla tenerezza”.

Per approfondimenti: www.casadellatenerezza.it

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