Si registrano in Brasile le prime vittime del nuovo anno per conflitti agrari: sabato una persona è morta e nove sono state ferite (di cui due gravemente) nel comune di Colniza, nella parte nord-occidentale dello stato del Mato Grosso. Una manifestazione di agricoltori, che da tempo chiedono l’accesso alla terra, è stata repressa nel sangue.
Secondo le prime ricostruzioni i colpi sono partiti dalla tenuta agricola, di proprietà dell’ex governatore Silval Barbosa, che era stata occupata dagli agricoltori, che secondo alcuni testimoni erano disarmati. Uno di questi, Elizeu Queres de Jesus, 38 anni, è morto in seguito ai colpi di arma da fuoco ricevuti. Secondo una nota emessa dalla Commissione per la Pastorale della terra, quella accaduta è una “tragedia annunciata”, come già più volte segnalato dal Forum per i Diritti umani e per la Terra del Mato Grosso (Fdht-Mt), e dalla stessa Commissione, che avevano “avvertito dell’imminente conflitto nella regione, in cui 200 famiglie rivendicano il diritto alla terra e vivono sotto tiro di 30 uomini armati”. Secondo la nota, le vittime degli attacchi armati sono contadini e persone che hanno diritto alla terra, nella quale hanno vissuto per vario tempo, lavorando i campi e allevando animali. Sull’episodio si registra un comunicato di dom Neri José Tondello, vescovo di Juina: “È con grande tristezza che annuncio altro spargimento di sangue nella regione nord-occidentale del Mato Grosso, nel comune di Colniza”. È iniziato un altro anno e “i problemi che riguardano la terra rimangono irrisolti, con il peggior esito possibile. Fino a quando avremo bisogno dei morti per risolvere i problemi della terra?”. La Chiesa, aggiunge dom Tondello, non si stancherà di operare per la pace, “frutto della giustizia”, soprattutto per chi ha diritto alla terra: “Condanniamo ogni tipo di violenza, da fratello che uccide un altro fratello. La lotta nella ricerca della verità deve proseguire!”.