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RIPATRANSONE – Suor Maria Addolorata nacque a Montegranaro (AP) il 2 maggio 1920 da Enrico Lucani e Camilla Dezi.

Tre periodi ne evidenziarono la vita: il primo nella casa paterna, prima a Montegranaro poi a Morrovalle (MC), dove trovò serenità, semplicità di vita e fede profonda; poi nel monastero delle Suore Passioniste di Ripatransone (AP), nell’ardore costante di giungere alla perfezione della vita religiosa; il terzo nella crocifissione della malattia in varie case di cura.

La stanza della Serva di Dio suor Maria Addolorata

Aveva 25 anni quando potè realizzare il sogno vagheggiato da tempo: consacrarsi totalmente a Dio. Sebbene fosse di corporatura minuta, aveva una sua grazia che non era sfuggita all’attenzione dei suoi coetanei. Il suo cuore però doveva essere solo di Dio, indiviso il suo amore.
Il primo impatto con la vita claustrale fu meraviglioso. Scriveva a casa: “In questo monastero ho trovato ogni bene… il Paradiso in terra!”.
Vestì l’abito religioso il 22 agosto 1946; l’anno dopo, il 15 novembre, emise la professione religiosa, cambiando il nome di Maria Pasqualina in quello di Maria Addolorata del S. Costato.
“Farà come S.Gabriele dell’Addolorata”, scrisse una consorella. E sembrò che suor Addolorata si fosse proposta il santo Passionista come modello a cui sempre guardare, per imitarne il fervore, la generosità, la prontezza, la serenità di spirito, la devozione alla Madonna e all’Eucarestia. C’era da pensare davvero a S.Gabriele nel vederla sempre intenta alla preghiera, al lavoro, alla penitenza, al sacrificio di se stessa. Ma su quella santità che si costruiva così celermente, si abbatté la malattia che come un uragano tentò di travolgere tutto.
Invece suor Addolorata capì che la sofferenza delle malattie era la strada maestra da percorrere per giungere a quella perfezione di vita che si era proposta: la sua veste di Passionista sarebbe stata segnata dal dolore delle membra straziate, dall’umiliazione del suo spirito nel dover lasciare il Monastero e ricoverarsi in ospedale a Macerata e a Ripatransone, poi nel sanatorio di Groppino (BG), nell’Ospedale Maggiore di Bergamo, finalmente nel sanatorio di Teramo. Ma le sofferenze e le umiliazioni avevano finito per trasformarla; quelli che a Teramo poterono avvicinarla furono unanimi nel dire: “Suor Addolorata è una santa!”.
Morì il 23 luglio 1954 nel sanatorio di Teramo. Le sue ultime parole furono: “Gesù mio, ti amo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze. Ti offro tutta me stessa, fino alle intime fibre del cuore!”.
Nell’aprile del 1962 le spoglie di suor Addolorata sono state esumate e trasportate nel piccolo cimitero annesso al monastero di Ripatransone. Oggi occupano nella chiesa del Monastero delle Passioniste, il posto in cui erano state poste le spoglie mortali del Venerabile Padre Giovanni dello Spirito Santo, prima di essere trasportate nell’Abbazia di S.Benedetto Martire.

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