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VIDEO e FOTO Vescovo Bresciani: “Cattedrale, segno dell’unità della Chiesa locale”

DIOCESI – “La nostra lode sale a Dio oggi in maniera più intensa con il ringraziamento per questa nostra Cattedrale che finalmente riapre al pubblico dopo gli interventi che si sono resi necessari a causa del sisma che ha colpito i nostri territori nel 2016-2017”. Con queste parole il Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani ha iniziato ieri, domenica 21 ottobre, la sua omelia in occasione della riapertura della Cattedrale Madonna della Marina, chiusa a seguito degli eventi sismici del 2016/2017 che hanno interessato l’intero centro Italia.

Vescovo Bresciani: “Vorrei che fosse un segno importante di speranza non solo per noi, ma anche per tutti coloro che stanno ancora aspettando di poter rientrare nelle loro case e nelle amate chiese parrocchiali e riprendere così a vivere più pienamente i momenti importanti della comunità cristiana.
Desidero oggi manifestare una viva gratitudine a tutti coloro (e sono tanti, alcuni qui presenti) che hanno permesso questo risultato di una Cattedrale certamente abbellita, più accogliente e anche, in quanto possibile, più sicura. Abbiamo atteso con vivo desiderio questo momento, così come aspetto con altrettanto desiderio di poter riaprire tutte le altre chiese delle nostre parrocchie.
Il nostro ringraziamento va però innanzitutto a Gesù: è Lui che siamo venuti ad incontrare in questa nostra Cattedrale. E in Lui manteniamo ferma la professione della nostra fede. La lettera agli Ebrei ci ha ricordato che egli sa prendere parte alle nostre debolezze, condivide con noi le fatiche che la condizione umana ci riserva: per questo sapendo che Egli ben conosce le nostre condizioni, possiamo accostarci a Lui con piena fiducia, sicuri di essere da Lui aiutati nel momento opportuno.
Riapriamo la cattedrale, la chiesa madre della diocesi, che attraverso la presenza del vescovo ci richiama alla successione apostolica su cui si fonda la nostra Chiesa diocesana in tutte le sue articolazioni. La Cattedrale è stata edificata dalla fede del Popolo cristiano, perché sia primariamente luogo di culto a Dio che lo purifica e lo nutre. Il Popolo di Dio ha nella Cattedrale la sua chiesa madre, di cui ogni altra chiesa è una succursale e nell’antichità, di fatto, la Cattedrale era l’unica chiesa della comunità cristiana. Le stesse Unità Pastorali che stiamo cercando di avviare nella nostra diocesi, hanno nella Cattedrale il loro epicentro.

Il vangelo che abbiamo proclamato ci induce però ad una domanda che può sembrare addirittura provocatoria: perché la Chiesa, sia quella fatta di mattoni o di pietre sia quella fatta dalle persone che, battezzate, credono in Gesù Cristo, Figlio di Dio? O, se volete, in modo ancora più provocatorio, che ci sta a fare la Chiesa?

Gesù rispondendo prima alla domanda dei due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, e poi a tutti gli altri, ci dà una risposta. Giacomo e Giovanni chiedono per sé posti di onore (sedere alla destra e alla sinistra di Gesù), quasi che sia questo lo scopo di essere con Gesù e, quindi, di fare Chiesa: l’aspirazione cioè a ruoli e posizioni di comodo o di prestigio ecclesiale, quello sociale oggi praticamente non c’è più.
Di fronte a queste aspirazioni, che se vogliamo sono molto umane, troppo umane però per un cristiano, Gesù chiama a sé i suoi discepoli e dà loro una lezione fondamentale: la logica del cristiano non è guidata dalla conquista di ruoli di prestigio, di comodità o di dominio, ma di servizio.
Le nostre chiese, e anche la nostra Cattedrale, hanno il senso di un servizio al popolo di Dio nel suo bisogno di ritrovarsi, di riconoscersi comunità del Signore, di avere un luogo adatto in cui incontralo nella pace dello spirito, poter ascoltare la sua parola e ricevere i sacramenti della fede. Il bello che in esse è custodito, frutto di liberi sacrifici dei fedeli, non è ostentazione, ma servizio allo spirito umano che ha bisogno anche del bello per elevarsi a Dio e per onorarlo come a lui conviene. Anche il bello con il quale abbiamo sempre ornato e continuiamo, in quanto possibile, ad ornare le nostre chiese, non ha a che fare con affermazioni di potenza, ma con gesti di amore a Colui che in queste chiese abita e con il desiderio di servire lo spirito umano.
Per questo il cristiano non separa mai l’amore a Dio dall’amore alle proprie chiese, intendo quelle concrete fatte di mattoni e di opere d’arte che non sono solo storia o museo, bensì aiuto e servizio alla propria vita spirituale e a quella dei fratelli nella fede, presenti e futuri.
Nella chiesa cattedrale il cristiano conserva i ricordi principali della propria fede; in essa vi si celebrano i momenti più importanti di una comunità cristiana: la consacrazione dei sacri oli dei catecumeni, degli infermi e del crisma; in essa vengono conferiti gli ordini sacri e, attraverso la presenza e l’insegnamento del Vescovo, essa esprime e rappresenta l’unità della Chiesa locale con la Chiesa universale diffusa in tutto il mondo e con il santo Padre.
Nel frequentare la Cattedrale viene spontaneo prendere coscienza del proprio essere Popolo di Dio, cioè Chiesa, Corpo di Cristo, Sposa di Cristo, tempio dello Spirito di cui Cristo è il fondamento. Questo è un aspetto fondamentale del patrimonio della nostra fede cristiana: l’inscindibile unione tra Cristo e la sua Chiesa. Scegliendo Cristo si sceglie la Chiesa, così come è, nella sua dimensione spirituale trinitaria e nella sua dimensione umana e istituzionale; scartando e rifiutando la Chiesa si scarta e si rifiuta Cristo. Cristo infatti è sempre il Cristo totale, come amava ricordare S. Agostino: cioè Lui inscindibile dalla sua Chiesa nata dal suo mistero pasquale, dal suo cuore trafitto sulla croce.
Ecco perché siamo molto lieti di poter riaprire la nostra Cattedrale: è un servizio al popolo di Dio, alla comunità cristiana e anche alla comunità civile, perché ogni fermento di unità, al di là dei particolarismi degli interessi umani, è sempre un progresso anche di civiltà e un fondamentale servizio alla comunità degli uomini”.

Al termine della celebrazione il Vescovo Bresciani, ha letto il telegramma di Papa Francesco e una lettera di ringraziamento.

Vescovo Bresciani: “Prima di concludere questa solenne concelebrazione è doveroso che esprima ad alta voce i ringraziamenti alle molte persone che hanno contribuito al ripristino della nostra Cattedrale che da molto tempo non potevano usare a pieno a causa dei danni provocati dal terremoto.
Il primo ringraziamento va al progettista dei lavori arch. Ernesto Paoletti di Montegiorgio, purtroppo prematuramente defunto, e a coloro che sono subentrati nell’incarico in quanto facenti parte dello stesso studio: arch. Michele Cruciani, ing. Chiara Monaldi e ing. Matteo Carosi che poi ha curato anche la direzione lavori. L’ing. Piergiorgio Carosi come Responsabile del Settore Edilizia e Sisma della Diocesi ha provveduto a coordinare tutto l’intervento e a mantenere ben stretti i rapporti con gli uffici preposti. Essi hanno seguito passo passo con molta cura, attenzione, tanta fatica e qualche arrabbiatura ogni intervento fatto.
Un ringraziamento alla ditta Gavioli Restauri di Montorio al Vomano, a tutte le sue maestranze e tutti operai che hanno eseguito i lavori con molta perizia e solerzia in ogni suo aspetto. Il bel risultato lo si vede bene. Un ringraziamento particolare al sign. cav. Dino Gavioli, perché ha coperto i costi del bell’affresco che vediamo sulla lunetta in fondo alla Chiesa.
Un ringraziamento all’arch. Miriam Pompei, funzionario della Sovrintendenza ai Beni Culturali, che ha accompagnato i lavori con i suoi suggerimenti, sempre preziosi.
Un grazie anche all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione di Ascoli, nella persona dell’ing. Andrea Crocioni e di tutti i tecnici, che hanno approvato i progetti e collaborato alla loro realizzazione. Nonostante la laboriosità, le fatiche e le (troppo) complesse procedure burocratiche, siamo giunti al termine: grazie comunque.
Nell’occasione sono stati fatti anche molti lavori non riconosciuti dall’Ufficio Speciale per la Ricostruzione: infatti, dovendo intervenire con riparazioni sulla volta centrale della Cattedrale, sulle navate laterali e su qualche altare laterale per le lesioni provocate dal terremoto, si è dovuto anche ritinteggiare tutta la cattedrale, lavoro che si è reso necessario per non lasciarla con una tinteggiatura non omogenea e con colori un po’ a puzzle. È stata inoltre posta la scritta dell’Ave Maris Stella (in italiano) sulla tabeazione; si è portata la statua della Madonna nella nicchia da tempo predisposta sulla facciata della Cattedrale; si è rinnovata l’illuminazione con lampade a led e sono stai restaurati il portale centrali e quelli laterali. Tutto questo con fondi propri della Diocesi e della parrocchia. I ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno lavorato e collaborato alla buona riuscita di questi lavori.
Ringrazio il sign. Marco Giudici della ditta Giudici-Polidori chi ha donato le telecamere di sorveglianza, cosa di cui c’era bisogno per la sicurezza della Cattedrale.
Un ringraziamento a coloro che hanno provveduto alla pulizia dalla non poca polvere che inevitabilmente i lavori hanno depositato in ogni dove: grazie alla ditta Clin OK Fagioli e soprattutto alle signore della parrocchia che sono sempre disponibili a questo lavoro umile e nascosto, ma quanto mai necessario.
Spero di non avere dimenticato nessuno, se manca qualcuno mi si conceda venia, non viene se non da non voluta dimenticanza.
Abbiamo ora una Cattedrale veramente rinnovata, più luminosa, più calda e accogliente. Mi auguro che diventi sempre più, come deve essere, luogo di preghiera, di incontro comunitario e personale con nostro Signore, luogo di quel silenzioso raccoglimento, necessario perché possa risuonare la Sua voce, e non altre, dentro il nostro spirito.
Un grazie a tutti voi cari fedeli qui convenuti: questa è la nostra chiesa madre, amiamola in quanto tale e, quando passiamo da queste parti, non manchi mai una breve visita a Colui che la abita e una preghiera per la nostra amata Chiesa diocesana.
Un ringraziamento, infine, a Mons. Romualdo Scarponi, amministratore parrocchiale della nostra Chiesa Cattedrale. Ha dovuto restare per parecchi mesi senza la chiesa e ha accompagnato i lavori con costante presenza e con la solerzia di parroco. Il tempo gli ha rovinato la festa che aveva preparato per oggi, ma ci sarà tempo per farla in seguito”

Al termine della celebrazione è stato proiettato un breve video dedicato ai dettagli dei lavori eseguiti all’interno della Cattedrale Madonna della Marina

Redazione: