“Genova non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un intervento su “La Stampa” e “Il Secolo XIX” a un mese dal crollo del Ponte Morandi. “Una città colpita duramente, negli affetti, nella memoria, nella funzionalità, nella sua stessa essenza di metropoli dinamica e moderna, aperta al mondo e al futuro, è stata capace di non cadere nella disperazione”, prosegue Mattarella: “Quella stessa solidarietà, alta, responsabile, coraggiosa, disinteressata, che ha caratterizzato i genovesi e i soccorritori – che ringrazio ancora, dai Vigili del fuoco al personale degli ospedali – è la chiave di volta per superare la condizione che si è creata”. Per il presidente, “vi è bisogno di energia, idee, collaborazione, sostegno. Serve un impegno collettivo, nazionale e locale, pubblico e privato”. “Ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza. Con unità di intenti e visione lungimirante. Partendo dal ricordo delle vittime – conclude Mattarella -, dai bisogni primari di quei cittadini che hanno perso tutto. E accompagnando via via la ripartenza con provvedimenti che sostengano l’impegno dei cittadini, delle imprese, del mondo del commercio e dell’economia”.

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