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Monteprandone, l’associazione “Castrum Prandonis” gestirà il museo parrocchiale

MONTEPRANDONE – E’ nata a Monteprandone l’associazione di promozione sociale, non a scopo di lucro, “Castrum Prandonis”. L’associazione è composta da 6 membri giovanissimi: il presidente, Antonio Camilli, il vicepresidente, Roberto Mambella, il segretario, Marianna Kalonda Okassaka, e i membri Stefano Catasta, Marta Novelli e Chiara Vincenti.
La denominazione dell’associazione,“Castrum Prandonis”, risulta molto significativa poiché in italiano la traduzione letterale è “Castello di Monteprandone”.
Il nome dell’associazione traccia una linea rossa che si lega al logo della stessa in quanto, sulla sinistra riproduce il giglio che si può rinvenire all’interno dello stemma comunale, mentre, sulla destra ricalca la stella di San Giacomo che è affissa in legno sulle mura esterne della Chiesa S. Niccolò di Bari.
“Castrum Prandonis”, in contiguità con la realtà culturale cittadina, ha avuto il suo battesimo nella chiesa più antica di Monteprandone, la prima Collegiata, inaugurata nel 2008, grazie al contributo del parroco dell’epoca Don Francesco Ciabattoni e dell’associazione Mons. Eugenio Massi.
La collegiata, che ospita il museo parrocchiale di arte sacra di Monteprandone con un ricco repertorio artistico (150 tra dipinti, sculture lignee, etc…), è il centro di gravità dal quale prende il via l’associazione con le sue attività culturali. Gli obiettivi, variegati e complessi a medio termine, quali: collaborazioni con enti culturali pubblici e privati, aperture ordinarie e straordinarie, percorsi di formazione e sensibilizzazione del museo, laboratori storici e psicologici, progetti di condivisione virtuale, rispondono, tutti, a un’esigenza puntuale e inderogabile: mantenere viva la memoria del territorio.
L’associazione, oltre a istituire un piano di lavoro a medio termine, si propone un traguardo ambizioso, anche in virtù della versatilità delle competenze in gioco: infatti l’intento dei membri, partendo dal museo, è quello di creare un polo culturale e sociale di salvaguardia della tradizione e di aggregazione giovanile in cui “sentirsi rete”, così da poter scambiare informazioni e condividere spazi per migliorare la percezione del territorio e la propria azione.

La nascita dell’associazione è stata possibile grazie anche al sostegno del progetto Policoro diocesano.

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