La lettera avverte che la crescita degli immigrati sta generando insicurezza, sfiducia e in alcuni casi episodi di xenofobia da parte di alcuni residenti, che vedono i venezuelani come una minaccia per il commercio. E invita ad avere una particolare cura per minori, giovani e popolazioni indigene. Di conseguenza, chiedono una maggiore presenza del governo municipale e dipartimentale. “Tuttavia – si legge nel comunicato -, pur sapendo che questo compito dev’essere assunto in primo luogo dalle realtà governative, come Chiesa abbiamo la ferma volontà di accogliere, ascoltare e accompagnare i nostri fratelli venezuelani, in modo tale che possano vivere con dignità da questo lato del confine che li ospita”. Infine, viene chiesto alle giurisdizioni ecclesiastiche, agli enti pubblici e privati di fare di unire le proprie forze e volontà, per contribuire ad avere “un impatto positivo sulla promozione integrale della popolazione più vulnerabile”.
All’incontro hanno partecipato: per la Colombia mons. Joselito Carreño Quiñónez, vicario apostolico di Inírida; mons. Raúl Alfonso Carrillo Martínez, vicario apostolico di Puerto Gaitán, mons. Francisco Ceballos Escobar, vicario apostolico di Puerto Carreño; mons. Héctor Fabio Henao, direttore del segretariato nazionale di Pastorale sociale – Caritas Colombia; per il Venezuela padre Dagoberto Zambrano, rappresentante della diocesi di San Fernando de Apure, e padre Félix Brito, del vicariato apostolico di Puerto Ayacucho.