Abbiamo deciso di pubblicare in 10 puntate l’opuscolo realizzato dalla Caritas Italiana sulle “cose da sapere su migranti e immigrazione”.
1. Basta salvataggi in mare
2. Gli immigrati sono troppi
3. Tutti in Italia. in Europa?
4. Gli immigrati ci rubano il lavoro e non pagano le tasse
LA GENTE DICE…..
“Spendeteli in Africa questi soldi, aiutiamoli a casa loro!” Matteo Salvini, La7 Tv – 21 giugno 2017
Un’affermazione di questo tipo presuppone che l’emigrazione sia provocata dalla povertà. Ma gli immigrati non arrivano dai paesi più poveri del mondo e non sono i più poveri dei loro paesi: per emigrare occorre disporre di risorse. Questo vale anche per i rifugiati. I più poveri di norma fanno poca strada e non potrebbero farne di più. In secondo luogo, gli studi sull’argomento mostrano che, in una prima fase, lo sviluppo fa aumentare la propensione a emigrare, perché cresce il numero delle persone che dispongono delle risorse per partire. Le aspirazioni a un maggior benessere aumentano prima e più rapidamente delle opportunità locali di realizzarle. Solo in un secondo tempo le migrazioni rallentano, finché a un certo punto il fenomeno s’inverte: il raggiunto benessere fa sì che i paesi che in precedenza erano luoghi di origine di emigranti diventino luoghi di approdo di immigrati. Così è avvenuto in Italia, ma abbiamo impiegato un secolo a invertire il segno dei movimenti migratori dalla prevalenza di quelli in uscita al primato di quelli in entrata.
LA CHIESA SI IMPEGNA
“Liberi di partire, liberi di restare” una iniziativa straordinaria per la quale la Cei ha scelto di destinare 30 milioni di euro dei fondi 8xmille nell’arco di tre anni per progetti ed interventi nei paesi di origine dei migranti e in Italia. La strategia d prevede azioni a partire dalle realtà locali nei Paesi di origine, in quelli di transito e in Europa e in Italia. Tra i beneficiari privilegiati vi saranno i minori e le loro famiglie, le vittime di tratta e le fasce più deboli. I progetti saranno realizzati in primo luogo nei 10 Paesi di maggior provenienza dei minori, con particolare attenzione all’Africa e alle rotte migratorie, compresi i luoghi di transito. Saranno coinvolte anche le realtà ecclesiali attive nell’accoglienza e nella cura dei minori in Italia, a partire da quelle più vicine ai porti di sbarco. Tra gli ambiti di intervento: educazione e formazione professionale, informazione in loco sui rischi della migrazione, progetti di carattere sociale e sanitario a favore dei più deboli, progetti per la promozione di opportunità lavorative e accompagnamento al rientro. Attenzione verrà data anche ai processi e percorsi di riconciliazione.