Il Consiglio, spiega ancora Puigdemont, “organizzerà la difesa dei nostri diritti e l’internazionalizzazione del caso catalano” perché con un processo di “mediazione e negoziazione internazionale sia possibile far rispettare il diritto che lo Stato spagnolo ci nega reiteratamente e con violenza”. Puigdemont promette “un’offensiva politica e giuridica internazionale”. In entrambi i video il leader dà notizia del fatto che i suoi avvocati hanno presentato un ricorso al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite contro la Spagna per aver violato nei suoi confronti le regole internazionali sui diritti umani e sui diritti politici e civili. Nel video in inglese Puigdemont accusa la Spagna di violare tali diritti “su vasta scala”, ma non fa alcun riferimento al fatto che, “in modo provvisorio”, non presenterà “la propria candidatura a presidente della Generalitat” in modo che si avviino le consultazioni tra i gruppi parlamentari per identificare i candidati, né al fatto che il candidato di Junts per Catalunia è Jordi Sànchez, “il numero due della nostra lista”, “ingiustamente prigioniero in una prigione spagnola”. Madrid, che ha abbandonato “stato di diritto e giustizia”, “per difendere l’unità della Patria” non “imporrà una visione colonialista sul nostro futuro”. Entrambi i video si concludono con l’espressione della “fiducia nel fatto che vinceremo alla fine e che un giorno, spero presto, potrò tornare in Catalogna come uomo libero”.