“L’atroce e intollerabile violenza che sarebbe stata subita ripetutamente da una bambina di 9 anni, con la presunta complicità del suo ambiente familiare ristretto, sottolinea ancora una volta la necessità di una rete di prevenzione costituita dagli altri adulti di riferimento nella comunità, degli insegnanti, dei pediatri e dei servizi sociali, che possono rilevare per primi i segnali di allarme da parte dei bambini potenziali vittime di questo tipo di abusi”, ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. “È necessario che questi segnali siano raccolti tempestivamente e che si agisca il prima possibile, per prevenire le più gravi conseguenze di una violenza che può lasciare segni indelebili nei minori vittime”, ha aggiunto.
“È fondamentale che i minori vittime di queste violenze, come la bambina in questione, ricevano un sostegno psicologico protratto nel tempo per poter elaborare il trauma vissuto e siano adeguatamente accompagnate nel delicato percorso di affido – ha sostenuto Milano -. È altresì necessario un sistema di monitoraggio istituzionale dei casi di abuso che consenta agli operatori di settore di definire strategie efficaci di intervento”.