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La famiglia e i nuovi media

Andrea Casavecchia

Capita di incontrare genitori seduti sulla panchina in un parco intenti ad osservare uno smartphone, mentre i loro figli giocano con un tablet vicino a loro. L’immagine ci racconta uno stravolgimento delle abitudini. Allo stesso tempo le Ict (Innovation communication technologies) permettono ai componenti di una stessa famiglia di rimanere in contatto in ogni momento. Come al solito ci sono lati positivi e negativi da considerare. I nuovi strumenti ci aiutano a conservare e rafforzare le relazioni o ci chiudono nei nostri mondi e ci isolano dagli altri a partire dalle persone che ci sono più vicine? Come incide l’ingresso degli strumenti di connessione digitale nella vita delle famiglie?
A questi interrogativi cerca di rispondere il recente rapporto del Cisf (Centro internazionale studi famiglia) che si intitola “Le relazioni familiari nell’era delle reti digitali”. I cambiamenti ci sono e vanno innanzitutto compresi.
Il rapporto ci indica che ormai le famiglie italiane sono tutte coinvolte nelle nuove forme di comunicazione, anche se i livelli di capacità e qualità nell’uso sono diversi. Il 21% del campione è composto dai “Marginali” che si sentono costretti a utilizzare il cellulare o la mail, magari per tenere i contatti con i nipoti. Poi si incontrano i “Forzati”; che raggiungono il 12% che si dichiarano abbastanza costretti e non hanno molto piacere a utilizzare i new media. Si arriva al 48% degli “Adattati” quelli che non si sentono costretti nell’uso e riescono a gestire in modo variegato gli strumenti. Infine ci sono gli “Ibridati” che contano il 17% e si muovono con piacere nel mondo digitale. Il sociologo Pierpaolo Donati, coordinatore e curatore della ricerca, osserva che uno dei caratteri distintivi delle quattro tipologie è l’età. I gruppi scandiscono il tempo delle generazioni: si passa dalle famiglie più anziane che sono le meno coinvolte nelle reti digitali fino a raggiungere le più giovani, che sono integrati nel mondo connesso. Quindi sarà molto probabile che in futuro il numero maggiore dei nuclei familiari si collochi tra gli ibridati.
Le Ict stanno modificando le strutture familiari, perché si mescolano con i modi di percepire se stessi e le relazioni. Va osservato dunque come evolveranno i rapporti. Ci sono dei rischi da tenere in considerazione, perché la dimensione digitale elimina la spontaneità, sposta l’attenzione sulla tecnologia piuttosto che sulla persona e accelera tutti i tempi di vita.
Non si tratta di impedire una trasformazione, ma iniziare a suggerire modi di governarla e di gestire il cambiamento. Come suggerisce Donati nelle conclusioni è importante assumere una prospettiva relazionale: nella valutazione degli atteggiamenti della famiglia va considerato oltre alla prospettiva del singolo anche quella della relazione, di cui è necessario prendersi cura, perché “le relazioni umane cambiano a seconda del medium che viene utilizzato”.

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