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Lorenzo Felici insieme alla delegazione dei ragazzi dell’Acr nazionale da Papa Francesco

“Cari ragazzi, anche quest’anno, in rappresentanza dell’Azione cattolica ragazzi di tutta Italia, siete venuti per fare gli auguri natalizi al Papa. Per me sono auguri particolarmente gioiosi, che avete voluto accompagnare con i frutti delle vostre iniziative di solidarietà in favore dei poveri e delle persone più svantaggiate”. Così papa Francesco nel saluto con cui sabato mattina ha accolto in udienza, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico, una rappresentanza di ragazzi dell’Azione Cattolica Italiana.

Presente per la nostra diocesi Lorenzo Felici, membro dell’equipe nazionale ACR.

“Vi sono grato anche perché, in questa lieta circostanza, mi aggiornate sulle vostre attività e iniziative, che dimostrano la vitalità dell’Acr – ha detto il Papa -. A questo proposito, voglio dirvi che apprezzo molto gli incontri di conoscenza e di vicinanza che in questo anno, il 150° dalla fondazione dell’Azione cattolica, state facendo con i ‘nonni’ dell’Associazione. Questa è una cosa molto bella è importante, perché gli anziani sono la memoria storica di ogni comunità, un patrimonio di saggezza e di fede da ascoltare, custodire e valorizzare”.
Francesco ha proseguito ricordando il percorso formativo dei ragazzi e lo slogan “Pronti a scattare”, in cui attraverso la metafora della fotografia, si impegnano a fissare l’attenzione sui momenti decisivi della vita di Gesù, per cercare di assomigliarGli. “Guardando alla vita e alla missione di Gesù, noi comprendiamo che Dio è Amore. Dunque, siate buoni ‘fotografi’, sia di quello che ha fatto Gesù sia della realtà che vi circonda, avendo occhi attenti e vigili”.
E, parlando di vigilanza, ha esortato i ragazzi a “vedere” i poveri: “Tante volte ci sono persone dimenticate: nessuno le guarda, nessuno vuole vederle. Sono i più poveri, i più deboli, relegati ai margini della società perché considerati come un problema. Invece, sono l’immagine di Gesù Bambino rifiutato e che non ha trovato accoglienza nella città di Betlemme, sono la carne vivente di Gesù sofferente e crocifisso. Allora questo può essere un vostro impegno; anzitutto chiedetevi: ma io, a chi do più attenzione? Solo a quelli più forti, che hanno più successo a scuola, nel gioco? A chi sono stato poco attento? Chi ho fatto finta di non vedere? Ecco quali sono le vostre ‘periferie’: provate a fissare l’obiettivo sui compagni e sulle persone che nessuno vede mai e osate fare il primo passo per incontrarle, donare loro un po’ del vostro tempo, un sorriso, un gesto di tenerezza”.

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