“Abbiamo avvertito la scossa che qui è stata debole. Compatibilmente con la nostra situazione, non riscontriamo ulteriori danni alle strutture oltre a quelle provocate dalla guerra. Abbiamo avuto un certo spavento ma qui le scosse che si sentono forte sono di altro tipo”, commenta con amarezza padre Kajo, che esprime “grande vicinanza e solidarietà alle popolazioni e ai centri distrutti” dal sisma.
Nella provincia iraniana di Kermanshah sono stati indetti tre giorni di lutto e le autorità hanno disposto la chiusura di scuole e università. “L’obiettivo dei responsabili ora è quello di accelerare gli aiuti e di soccorrere le persone rimaste intrappolate sotto le macerie”: così la Guida suprema iraniana Seyyed Ali Khamenei, citato dall’agenzia Irna, in un messaggio si è rivolto al Paese. L’ayatollah ha chiesto a Esercito e Pasdaran di intervenire nelle aree colpite dal sisma. “Il governo sarà al fianco della popolazione colpita dal sisma con la mobilitazione di tutte le sue forze sia a livello nazionale che locale” ha confermato il presidente iraniano Hassan Rohani che è atteso in visita nelle zone terremotate. Il ministro dell’Interno, Abdolreza Rahmani Fazli, ha riferito che sono stati allestiti ospedali da campo e di temere per le aree rurali “dove si prevedono altre vittime”. Partita la macchina dei soccorsi anche in Iraq dove
il sisma ha riavvicinato turchi e curdi iracheni.
Il premier turco Binali Yildirim ha inviato un messaggio di cordoglio alle famiglie delle vittime, annunciando che la prima tranche di aiuti è stata già consegnata da un aereo militare: cibo, medicine e 250 tende a Sulaymaniyah, epicentro del sisma. La Mezzaluna Rossa (equivalente turco della Croce Rossa ndr) si è già attivata per raggiungere al più presto le aree colpite”.
Espressioni di vicinanza e di solidarietà stanno arrivando da tutto il mondo. In due messaggi di cordoglio inviati a Iraq e Iran, a firma del suo Segretario di Stato, card. Pietro Parolin,
Papa Francesco si dice “profondamente addolorato” ed esprime “dolore a quanti piangono la perdita dei loro cari”
offrendo “le sue preghiere per le vittime raccomandandole alla misericordia dell’Onnipotente. Sui feriti, sulle autorità e sui soccorsi invoca divine benedizioni di forza e consolazione”.
“#Terremoto Centinaia di vittime in #Iran e #Iraq Italia vicina a chi soffre e pronta a offrire aiuti ai paesi colpiti”, ha twittato il premier Paolo Gentiloni.
“L’Ue è pronta a sostenere le autorità di Iran e Iraq a far fronte alle conseguenze del terremoto”
ha detto l’Alto Rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini. Quanto accaduto al confine fra i due Paesi, ha osservato, “è in cima ai nostri pensieri. Voglio esprimere tutta la mia solidarietà alle famiglie delle vittime e offrire alle autorità della regione la nostra disponibilità per qualsiasi cosa possano ritenere utile: sappiamo cosa significa affrontare un terremoto di tale intensità”.
Caritas italiana sta definendo, in collaborazione con le Caritas operanti in loco, un programma di interventi. Caritas italiana è attiva da decenni in Iran attraverso la Chiesa locale con progetti a sostegno delle vittime del terremoto di Bam del 2003 – e in Iraq – attraverso Caritas Iraq e le diocesi di Erbil e Amadyia con progetti a favore delle vittime della guerra.
È possibile sostenere gli interventi di Caritas italiana indicando la causale “Terremoto Iran/Iraq”.