VERONA – Il mondo della musica italiana è fatto di artisti noti, unici e capaci di creare emozioni. Renato Fiacchini, meglio conosciuto come Renato Zero, è uno dei più conosciuti e apprezzati dal pubblico. Un’artista romano dal sangue marchigiano, i suoi genitori sono originari di Esanatoglia, centro dell’alto maceratese.

Renato compirà sessantasette anni il prossimo 30 settembre e per festeggiare i suoi cinquantanni di carriera, ha voluto creare Zerovskij, non solo un album e un tour in giro per l’Italia, ma un’osmosi tra musical e teatro, un progetto di grande ambizione.

Abbiamo seguito la tappa di Verona, svoltasi nella serata di sabato 2 settembre nella straordinaria cornice dell’Arena, la seconda delle due date da programma. Un concerto che doveva essere dominato dalla pioggia, invece Giove Pluvio ha voluto togliere il disturbo al fascino dell’Arena e del “re dei Sorcini”, privilegiando altre zone del settentrione italiano ed altri eventi.

Il tour ha toccato diverse parti d’Italia, dal Foro Italico di Roma all’anfiteatro di Taormina, ma l’Arena è stato il luogo più emozionante. Il contatto tra la scenografia stile liberty della stazione Terra e la plurimillenaria storia dell’anfiteatro veronese, abbinati all’acustica e alla melodia dell’Orchestra filarmonica di Franciacorta di Chiari (Brescia) diretta dal maestro Renato Serio, compagno di tante avventure del Fiacchini, hanno reso indimenticabile la serata per tutti gli spettatori presenti, che hanno tributato una standing ovation a fine spettacolo.

Zerovskij non è il classico concerto di repertorio dei successi di Zero, è un’opera in cui il cantante romano è capostazione di “Terra”, non una fermata, ma un punto d’incontro tra amore, odio, vita, morte e tempo, personificate da uno staff di attori e cantanti di prim’ordine e con un importante presenza marchigiana.

Ad interpretare gli intermezzi canori e nel ruolo della “vita” e della “morte” è l’anconetana Roberta Faccani, già voce dei Matia Bazar nella seconda metà degli anni Duemila. Nativo di San Benedetto del Tronto è Cristian Ruiz che ha interpretato “amore”, uno dei personaggi più emozionanti dell’opera, condannato su una sedia a rotelle per le negatività della vita e sempre portatore di speranza in qualsiasi situazione.

Le canzoni che Zero ha cantato in Arena sono tratte dall’omonimo album Zerovskij, già disco d’oro, in cui si evidenzia la grande capacità del cantautore romano a far risorgere e rinascere alcuni suoi pezzi che trent’anni fa hanno fatto flop o non hanno avuto il successo che meritavano. E’ il caso del brano “Infiniti treni”, datato 1986 e colonna sonora di uno spettacolo di quasi tre ore che grazie all’energia dei 91 elementi dell’orchestra clarense ha affascinato un pubblico d’ogni età che da tutta Italia ha affollato con gioia ed entusiasmo uno dei monumenti più belli dell’arte classica, da quasi due secoli luogo di cultura e di concerti di tutti i colori della musica.

 

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