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Siria: Aiuto alla Chiesa che soffre, due progetti per dare degna sepoltura ai cristiani di Aleppo

Due progetti per dare degna sepoltura ai cristiani di Aleppo. Sono quelli promossi da Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) nei confronti delle famiglie che nella città martoriata da guerra e grande povertà, non hanno potuto seppellire i propri cari defunti. “Pensando a loro – si legge in una nota – Acs ha deciso di stanziare un contributo di 45mila euro per sostenere la traslazione dei resti di 2.461 cristiani di diverse denominazioni deceduti ad Aleppo tra l’aprile 2013 e il dicembre 2016”. “I fedeli – prosegue la nota – sono stati momentaneamente sepolti in un terreno fornito dal governo vicino all’università, giacché l’area in cui si trovano i cimiteri cristiani, il quartiere di Jabal al-Saydé, è stata prima teatro di scontro tra esercito curdo e gruppi islamici quali il Fronte al-Nusra (in seguito Jabhat Fateh al-Sham), e poi chiusa ai civili dalle forze curde. Soltanto di recente si sono potuti appurare i gravi danni causati ai cimiteri dai bombardamenti, ma anche dai numerosi saccheggi”. Acs coprirà inoltre i costi necessari alla restaurazione del cimitero dove sono sepolti fedeli greco-ortodossi di Aleppo.

(Foto: Acs)

“Il nostro cimitero è stato in larga parte distrutto”, riferisce ad Acs Moses Alkhassi, vicario generale dell’arcidiocesi greco-ortodossa di Aleppo e Alessandretta. Come una delegazione della Fondazione ha potuto osservare, è necessario rimuovere la maggioranza dei feretri dalle nicchie gravemente danneggiate. Inoltre diverse lapidi sono state rubate e alcune bare aperte. “È un insulto per i nostri cari che prima della guerra riposavano in pace in questo luogo – aggiunge Alkhassi – ma purtroppo le povere famiglie aleppine hanno a malapena di che vivere e non possono permettersi di prendersi cura dei loro cari defunti”. I due progetti – conclude la nota – “mostrano la cifra ecumenica del sostegno di Acs che nelle aree in difficoltà supporta le diverse denominazioni cristiane e cerca di favorire il dialogo”. “La guerra ci ha fatto scoprire il grande miracolo dell’unità – afferma Alkhassi – e ora i nostri cari potranno finalmente riposare in un terreno benedetto”.

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