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Cristiani perseguitati: mons. Viganò (SpC), “ci inchiniamo davanti al sacrificio di tanti fratelli”

“Vorrei lasciare spazio al silenzio e alle lacrime, all’ascolto e alla tenerezza, al perdono e alla misericordia per meditare e accogliere la testimonianza preziosa di questi martiri”.
Così scrive monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione (Spc) della Santa Sede, nella prefazione all’instant book “Joe” distribuito dalla “Fondazione Santina” per la collana “Volti di speranza”. Il volume raccoglie il racconto di mons. Joseph Alessandro, vescovo di Garissa in Kenya, sulla strage del gruppo islamista di Al-Shabaab che poco più di due anni fa provocò la morte di 148 studenti universitari cristiani. Il vescovo racconta anche di quando nel 1993 fu ferito ad una gamba da una pallottola a espansione “damdam” dal gruppo terroristico Shifta e del campo profughi keniota di Dadaab. “Provo un senso di gratitudine verso questi fratelli nella fede che pagano con la sofferenza, con le torture, con ogni genere di violenza, perfino con la vita, la loro fedeltà a Cristo e al Vangelo”, prosegue il prefetto, osservando che “i loro nomi sono da ricordare come persone care, familiari, che pagano per la nostra libertà, anche se noi non ci pensiamo e, forse con un po’ di superficialità, diamo per acquisito ciò che scontato non è”. A quello degli studenti cristiani di Garissa, aggiunge Viganò, “si aggiungono il volto di Asia Bibi” e “i volti delle migliaia di cristiani fuggiti da Mosul dopo che le loro case erano state marchiate come abitazioni dei seguaci di Gesù”. “I fotogrammi di una persecuzione sempre più globalizzata, come sostiene Papa Francesco, si susseguono – conclude il prefetto -, mentre ci inchiniamo davanti al sacrificio di tanti fratelli, per i quali anche una pallottola si trasforma in dono, per Amore”.

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